Il mestiere dell’avvoltoio di Robert A. Heinlein

Il mestiere dell'avvoltoio di Robert A. Heinlein
Il mestiere dell’avvoltoio di Robert A. Heinlein

Il romanzo “Il mestiere dell’avvoltoio” (“The Unpleasant Profession of Jonathan Hoag”) di Robert A. Heinlein è stato pubblicato per la prima volta nel 1942 nella rivista “Unknown Worlds” con lo pseudonimo John Riverside. In Italia è stato pubblicato dalla Casa Editrice la Tribuna all’interno dei nn. 54 e 226 di “Galassia” nella traduzione di Luigi Cozzi e da Mondadori all’interno del n. 35 de “I Massimi della Fantascienza” nella traduzione di Luigi Cozzi e all’interno dei nn. 1474 (qui assieme a “Waldo“) e 1603 di “Urania” nella traduzione di Vittorio Curtoni. Quest’ultima edizione è anche disponibile in formato Kindle su Amazon Italia e Amazon UK e in formato ePub su IBS.

Jonathan Hoag non ha alcuna memoria di ciò che fa durante il giorno. Si è trovato sotto le unghie resti di una sostanza che potrebbe essere sangue rappreso ma quando ha chiesto ad un medico di verificarlo è stato invitato ad andarsene e non farsi più vedere. La sua ultima speranza è di rivolgersi a Ted e Cynthia Randall, una coppia di investigatori privati, affinché lo seguano per scoprire cosa gli succede nelle ore di cui non ha memoria.

Dopo un’iniziale confusione sul problema del loro nuovo cliente, Ted e Cynthia accettano il lavoro. I due lo seguono separatamente ma quando si incontrano per fare il punto della situazione scoprono con sgomento di aver visto cose ben diverse e inconciliabili perché Cynthia ha visto Ted parlare con Hoag ma lui non ricorda nulla del genere. Continuano a indagare e non solo cose sempre più strane succedono ma anche pericolose per loro.

Robert A. Heinlein è stato un grandissimo maestro nel campo della fantascienza ma occasionalmente ha scritto storie che esulano da questo genere. “Il mestiere dell’avvoltoio” comincia come un giallo / thriller, con Jonathan Hoag che si rivolge agli investigatori Ted e Cynthia Randall per scoprire cosa fa durante il giorno.

Nella parte iniziale, questo può sembrare un thriller psicologico. Jonathan Hoag sta affrontando una situazione davvero difficile perché non ricorda nulla di quello che fa durante il giorno e trovando una sostanza che potrebbe essere sangue rappreso sotto le sue unghie gli viene un terribile sospetto. Quando il medico a cui si rivolge per le analisi del caso praticamente lo caccia via senza fornirgli alcuna informazione utile è ridotto alla disperazione.

Jonathan Hoag si rivolge a Ted e Cynthia Randall, marito e moglie che gestiscono la loro agenzia di investigazione. Robert A. Heinlein utilizza gli elementi tipici delle sue storie piuttosto che ispirarsi ai gialli perciò Cynthia è una donna intelligente e tosta com’è normale nelle storie di quest’autore, non certo la segretaria del marito com’era comune nelle storie degli anni ’40.

Dopo quest’inizio però la storia diventa sempre più strana uscendo decisamente dai binari del giallo e del thriller psicologico. Oggi la definiremmo fantasy e non a caso all’epoca venne pubblicata sul “Unknown Worlds”, che da alcuni viene considerata la rivista che creato il fantasy moderno.

Nel corso del romanzo, Ted e Cynthia Randall perdono sempre più il contatto con la realtà, o almeno con quella che conoscono loro, e si ritrovano invischiati in una vicenda molto più grande di quanto potessero mai immaginare. Robert A. Heinlein è molto bravo a descrivere il senso di straniamento iniziale di Jonathan Hoag e quello successivo di Ted e Cynthia, che presto cominciano a trovarsi in pericolo.

La tensione cresce sempre di più ma per Ted e Cynthia è davvero difficile comprendere quale sia l’origine del pericolo, così al di fuori dell’esperienza di un essere umano. In un romanzo che sembra il precursore di parecchi di quelli scritti nei decenni successivi da Philip K. Dick più che di quelli di Heinlein, il lettore è costretto a ridefinire il concetto di realtà assieme ai protagonisti.

Per Ted e Cynthia l’esperienza è decisamente traumatica e ha delle conseguenze anche dopo che hanno risolto il caso, se quella si può chiamare risoluzione. I due scoprono ben più di quanto volessero e ne devono sopportare le conseguenze. L’unico modo per sopportarlo è rimanere aggrappato l’uno all’altra.

“Il mestiere dell’avvoltoio” è un romanzo breve per gli standard moderni ma normale per quelli degli anni ’40. Di conseguenza, lo sviluppo dei personaggi non è particolarmente approfondito ma non è un difetto grave perché Ted e Cynthia sono i protagonisti e Robert A. Heinlein ci fornisce parecchi dettagli sul loro rapporto. Il ritmo della narrazione è ovviamente rapido, anche se questa non è esattamente una storia d’azione.

Philip K. Dick era insuperabile nel far provare la sensazione di alterazione e/o frammentazione della realtà, Robert A. Heinlein si concentra maggiormente sulla tensione della storia. Secondo me il risultato è comunque buono e “Il mestiere dell’avvoltoio” non può mancare nella collezione di chi sia interessato a quest’autore.

[ad name=”AmazonITUKRobertAHeinlein”]

3 Comments


  1. Ho letto questo romanzo tanti anni fa nell’edizione “Galassia” e mi era piaciuto parecchio come (quasi) tutto Heinlein. Mamma mia, quanto sono vecchio…….

    Reply

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *