“Spearhead from Space” è la prima avventura della settima stagione della serie classica di “Doctor Who” trasmessa nel 1970. Segue “The War Games” ed è composta da quattro parti, scritta da Robert Holmes e diretta da Derek Martinus.
La storia
Il Terzo Dottore (Jon Pertwee) arriva sulla Terra, dove è stato esiliato dai Time Lord. Svenuto appena uscito dal Tardis, viene portato all’ospedale più vicino, dove le sue caratteristiche aliene confondono i medici. Il suo arrivo viene notato anche dalla UNIT, che è nella zona per investigare sulla caduta di un anomalo stormo di meteoriti.
Il Generale Lethbridge-Stewart (Nicholas Courtney) ha chiesto l’aiuto della giovane scienziata Liz Shaw (Caroline John) per indagare sulle meteoriti per capire se possano costituire una minaccia aliena. Quando viene avvertito della presenza del Tardis va all’ospedale per verificare se il Dottore sia tornato sulla Terra. L’uomo che trova non è quello che aveva conosciuto nel passato eppure sostiene di essere proprio il Dottore.
Extra
L’edizione originale è povera di extra mentre la Special Edition ne contiene una discreta quantità. In entrambe le edizioni sono presenti contenuti tipici come i sottotitoli della produzione e una galleria di immagini tratte da quest’avventura. La Special Edition contiene anche i Radio Time Listings.
Sono presenti nella traccia audio alternativa di entrambe le edizioni commenti all’avventura da parte dei protagonisti Nicholas Courtney e Caroline John. La Special Edition ha anche un’ulteriore traccia audio con il commento del produttore Derrick Sherwin e dello script editor Terrance Dicks.
UNIT Recruiting Film. Un filmato scherzoso che dovrebbe promuovere l’arruolamento nella UNIT con spezzoni da varie avventure di “Doctor Who”.
Trailers. Vari trailer della BBC che promuovevano quest’avventura.
C’è anche un “uovo di Pasqua”, una versione non utilizzata della sigla.
La Special Edition contiene anche:
Down to Earth. Un documentario sul rilancio di “Doctor Who” avvenuto con la settima stagione. Include spezzoni di una vecchia intervista a Jon Pertwee.
Regenerations: From Black and White to Colour. Un documentario sui problemi affrontati dalla produzione quando “Doctor Who” cominciò ad essere girato a colori. Si accoppia con l’extra di “The War Games” che parla della produzione della serie in bianco e nero.
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Alla fine della sesta stagione, “Doctor Who” era una serie i cui ascolti erano piuttosto bassi rispetto al passato. La BBC approfittò dell’abbandono dei protagonisti per rilanciare la serie con molte novità. La più evidente fu la produzione a colori della serie e per questo motivo venne prodotta una nuova sigla con un nuovo logo.
Una delle ragioni che avevano spinto Patrick Troughton a lasciare il ruolo del Dottore era stata la grande quantità di lavoro che la produzione di “Doctor Who” richiedeva. La sesta stagione era composta da un totale di 44 episodi ma per la nuova produzione il numero venne ridotto perciò nella settima ce ne sono 25.
Il successo di alcune recenti avventure ambientate sulla Terra del presente avevano convinto la produzione a esiliare il Dottore sul pianeta alla fine della sesta stagione e a far riapparire la UNIT e il suo comandante, il Generale Lethbridge-Stewart. Nel ruolo del Terzo Dottore venne scelto l’attore Jon Pertwee, che aveva già parecchia esperienza sia televisiva che cinematografica.
Venne anche introdotta una nuova compagna, Liz Shaw, una scienziata di elevato livello intellettuale. L’idea era di avere una persona più matura dei compagni visti nelle stagioni precedenti in modo che serie che da tempo era solo in teoria per ragazzini divenisse ufficialmente orientata all’intera famiglia.
Dopo poche avventure Liz Shaw risultò perfino troppo competente. Il ruolo dei compagni era spesso quello di chiedere al Dottore spiegazioni su ciò che stava succedendo, un espediente narrativo per permettere agli spettatori di comprendere la situazione. Liz non ne aveva bisogno e anzi contribuiva attivamente alla soluzione dei problemi con il rischio che molti spettatori faticassero a seguire la storia.
Per la prima avventura del Terzo Dottore, lo scrittore Robert Holmes rielaborò le idee che aveva già in parte sviluppato per un film intitolato “Invasion”. Oltre a elementi della trama, riutilizzò anche l’idea della fisiologia aliena del Dottore. In particolare, fu la prima volta che venne citato il fatto che ha due cuori.
Era previsto che parte di “Spearhead from Space” venisse girata in studio ma uno sciopero all’interno della BBC rese impossibile l’utilizzo dei set. Con il rischio di dover addirittura cancellare la produzione di quest’avventura, il produttore Derrick Sherwin riuscì a convincere i suoi capi ad modificare i piani delle riprese spostandole tutte in luoghi esterni. Per questo motivo, questa è l’unica avventura girate interamente su pellicola e quindi l’unica a poter essere convertita in alta definizione per un’edizione in Blu-Ray.
Nonostante le difficoltà della produzione, che si aggiunsero ai tanti cambiamenti, il risultato fu davvero buono. Il ritorno della UNIT e del Generale Lethbridge-Stewart certamente contribuì in maniera positiva ma Jon Pertwee e Caroline John entrarono davvero bene nei loro ruoli. Anche gli altri attori offrirono buone interpretazioni e anche grazie a loro la tensione cresce nel corso della storia.
Certo, la prima parte ha momenti davvero lenti e la parte con il Dottore all’ospedale è forse troppo lunga ma episodi dal ritmo lento erano la norma nella serie classica di “Doctor Who”. Le cose migliorano episodio dopo episodio e anche la regia di “Spearhead from Space” è buona e rende gli Auton minacciosi. È un peccato che il budget limitato non abbia permesso di creare un’intelligenza Nestene altrettanto minacciosa e di conseguenza non tutti i momenti del finale sono all’altezza dal punto di vista della tensione.
A parte qualche limite, “Spearhead from Space” è comunque un’avventura davvero solida e rilanciò con successo “Doctor Who”. All’epoca gli Auton dovettero fare davvero impressione, tanto che nel 2005 vennero utilizzati per l’episodio pilota della nuova serie con alcuni momenti che sono un chiaro omaggio a quest’avventura.
L’edizione originale del DVD è purtroppo piuttosto povera dato che contiene davvero pochi extras, nella Special Edition le immagini degli episodi sono state ulteriormente ripulite perciò hanno una qualità migliore e ci sono alcuni nuovi extra. Questa seconda edizione è decisamente migliore per chiunque sia interessato a “Doctor Who”, anche perché si accompagna all’altra avventura della serie classica con gli Auton.
Poiché la Special Edition fa parte del cofanetto “Mannequin Mania” – disponibile su Amazon Italia e Amazon U.K. – un giudizio globale dev’essere necessariamente dato solo alla fine della recensione delle avventure in esso contenute.
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