Il romanzo “La terra dell’eterna notte” (“The Night Land”) di William Hope Hodgson è stato pubblicato per la prima volta nel 1912. In Italia è stato pubblicato da Fanucci nel n. IX de “I Maestri dell’Orrore” e in “Piccola biblioteca di fantascienza” nella traduzione di Ornella Ranieri Davide.
Quando sua moglie, Lady Mirdath la Bella, muore, il suo vedovo cade in uno stato di grande prostrazione. Amava molto sua moglie e aveva con lei una connessione davvero speciale dato che letteralmente avevano condiviso alcuni sogni molto particolari.
Nel suo stato, l’uomo comincia ad avere una visione di un futuro lontanissimo in cui il Sole è morto e gli ultimi esseri umani vivono nel sottosuolo. Su quella Terra la cui superficie è abitata da creature mostruose, le anime dei due sposi si sono riunite in nuove incarnazioni umane. Tuttavia, i due sono separati e l’uomo deve affrontare le tenebre per riunirsi alla sua amata.
“La terra dell’eterna notte” è un romanzo che può essere considerato di proto-fantascienza con forti connotazioni horror. Durante una vita purtroppo breve, William Hope Hodgson aveva scritto parecchie storie che possono essere definite horror e in vari casi contengono elementi fantastici che oggi potremmo considerare fantascienza. Questo romanzo non è la prima opera ambientata in un futuro lontanissimo, su una Terra morente. Tuttavia, può essere considerato una pietra miliare di quel tipo di storie all’interno dei generi fantascienza e fantasy.
L’inizio sembra decisamente più un romanzo rosa dato che il narratore racconta la sua storia d’amore con Lady Mirdath e la morte della donna. L’unico elemento fantastico è dato dal fatto che marito e moglie sembrano aver fatto entrambi alcuni sogni davvero particolari. Dopo la morte della donna, per il vedovo questi sogni acquistano una forza tale da fargli vivere una sua incarnazione che vive in un futuro remoto.
In quel futuro, gran parte dell’umanità ancora esistente vive nell’Ultima Ridotta, una colossale piramide costruita nel sottosuolo. Uscirne significa correre rischi terribili perché nelle tenebre vi sono in agguato creature mostruose di vari tipi. Nonostante ciò, il narratore sente il richiamo della sua amata e dedice di avventurarsi nelle tenebre per raggiungerla.
La maggior parte del romanzo racconta la quest del narratore, deciso a riunirsi in quel lontano futuro alla donna perduta nelle loro vite precedenti. Onestamente, alcune parti mi sono sembrate melense perché il protagonista non fa che struggersi per la sua amata e per come l’ha perduta nel suo presente.
Il protagonista cerca di evitare le creature che vivono sulla superficie ma a volte deve combatterle usando il Diskos, l’arma che porta con sé, alimentata da quella che viene chiamata Corrente Tellurica. Si tratta della stessa energia che consente la sopravvivenza dell’umanità del sottosuolo e uno degli elementi pseudo-scientifici del romanzo.
Il racconto del viaggio del protagonista ha forti toni horror per l’ambientazione su una superficie terrestre diventata infernale perché i suoi abitanti tendono a essere feroci predatori. L’autore descrive varie creature, che a volte non sono semplici animali bensì predatori intelligenti con antenati umani e frutto di ibridazioni le quali si sono evolute nel corso del tempo. Si tratta di un altro elemento pseudo-scientifico del romanzo.
William Hope Hodgson era rimasto sul vago nelle sue descrizioni degli elementi pseudo-scientifici, che tutto sommato non sono invecchiati male. Invece, la storia risente fortemente degli stereotipi di genere e della morale dell’epoca, soprattutto nel racconto di certi comportamenti davvero stupidi della reincarnazione futura di Lady Mirdath, la quale ovviamente ha bisogno di essere salvata dal protagonista.
“La terra dell’eterna notte” ha ispirato generazioni successive di scrittori di fantascienza, fantasy e horror. A oltre un secolo dalla sua pubblicazione, rimane una delle opere più conosciute di William Hope Hodgson. Forse rimane valido soprattutto come romanzo horror ma è da leggere anche per chi è interessato alle storie della Terra morente.