Nella quarta dimensione di Liu Cixin

Nella quarta dimensione di Liu Cixin
Nella quarta dimensione di Liu Cixin (edizione britannica)

Il romanzo “Nella quarta dimensione” di Liu Cixin è stato pubblicato per la prima volta nel 2010. È il terzo libro della trilogia chiamata The Three-Body Problem o Remembrance of Earth’s Past e segue “La materia del cosmo“. In Italia è stato pubblicato da Mondadori in Oscar Fantastica nella traduzione di Benedetta Tavani.

Cheng Xin è una parte del team che lavora al Progetto Risalita che ha lo scopo di inviare una sonda verso la Flotta Trisolariana. L’esame dei limiti tecnici mostra che è impossibile usarla per inviare un essere umano e il direttore Thomas Wade decide di inviare solo il cervello di una persona. Yun Tianming ha scelto l’eutanasia perché una una malattia incurabile ma accetta di partecipare al Progetto Risalita. Il lancio sembra fallimentare ma Cheng Xin ha ricevuto in regalo una stella da Yun, che era innamorato di lei.

Dopo un periodo di ibernazione, Cheng Xin si risveglia nell’era della deterrenza in cui Terra e Trisolaris mantengono una fragile tregua basata sulla reciproca minaccia di rivelare le coordinate dei rispettivi pianeti a tutto l’universo. Cheng Li viene nominata Tiranno della spada, il rappresentante umano che ha il compito di trasmettere le coordinate di Trisolaris ma quando i Trisolariani attaccano decide di non attivare il dispositivo.

Non so se Liu Cixin abbia letto le critiche che gli sono state rivolte riguardo ai personaggi femminili che appaiono ne “La materia del cosmo”. Forse è un caso che in questo libro conclusivo la protagonista sia una donna ma la sostanza è che si tratta di un personaggio chiave nel futuro dell’umanità che però prende regolarmente decisioni catastrofiche. Viene dipinta come piena d’amore e di senso materno perché è una donna e per questo motivo ogni volta che c’è da prendere una decisione difficile Cheng Xin fallisce miseramente.

I tentativi di Cheng Xin di portare l’umanità all’estinzione pur senza volerlo sembrano fallire più che altro grazie a Thomas Wade, che sembra lo stereotipo del maschio bianco americano tutto testosterone. Insomma, in questo libro Liu Cixin sembra aver deciso di includere anche personaggi maschili negativi. Tuttavia, Wade è un antieroe che finisce per fare molte più cose utili all’umanità di Cheng Xin.

“Nella quarta dimensione” ha tra i suoi maggiori punti di forza la grande fantasia nel racconto di un futuro dell’umanità che va avanti per un tempo molto lungo. In realtà, comincia il romanzo dal passato con un capitolo legato alla caduta di Bisanzio. Già questo mi ha fatto pensare che questo romanzo potesse essere fin troppo lungo e ho avuto ancora quest’impressione in alcune parti non proprio legate alla fantasiosa storia futura.

Mi è venuto anche il dubbio che la prosa in cinese possa essere suggestiva ed elegante mentre la traduzione sia a volte appiattita. Leggendo la traduzione ho trovato alcune parti noiose: ad esempio, le fiabe raccontate da Yu Tianming e tutte le successive discussioni sul modo giusto di interpretarle mi sono sembrate davvero pesanti.

Secondo me il romanzo funziona molto meglio quando Liu Cixin espande i concetti legati alla Foresta Oscura introdotti nel secondo libro andando oltre i rapporti tra umani e Trisolariani in una dimensione cosmica molto vasta. La Foresta Oscura è piena di predatori ma la situazione è complessa e anche i superpredatori devono pagare un prezzo se vogliono eliminare i possibili avversari.

I singoli personaggi possono essere poco interessanti ma l’umanità nel suo insieme è invece molto interessante per come reagisce alle varie crisi che si presentano nel corso dei secoli. Questo, assieme ai rapporti con gli alieni, offre una serie di spunti di riflessione tra i quali diversi legati alle reazioni umane nelle varie situazioni che devono affrontare nei rapporti interpersonali.

Per certi versi, il lato umanistico è quello davvero importante in questo romanzo e in generale nella trilogia. Liu Cixin sparge concetti scientifici e tecnologici nei suoi romanzi che possono essere molto avanzati e futuristici ma tipicamente sono molto generici con spiegazioni che tendono a essere vaghe.

Nonostante i difetti, secondo me “Nella quarta dimensione” è interessante per le idee legate al concetto di Foresta Oscura e alle reazioni umane a un universo di quel tipo. Alla fine, la trilogia è un minestrone che ho trovato poco omogeneo ma se siete interessati ai temi trattati potrete apprezzarla. È disponibile su Amazon, anche nel volume con la trilogia completa.

5 Comments


  1. Buongiorno, incuriosito dalla serie Netflix, ho trovato sulla piattaforna Rakuten viki i 30 episodi della serie cinese. Devo dire che la serie cinese mi ha sorpreso in positivo. Credo di aver capito perchè gli sceneggiatori di Netflix abbiano optato per un certo rimaneggiamento della storia, la serie girata in Cina probabilmente aveva riferimenti di trama e culturali difficili da esportare in toto in una serie occidentale oltre ad un certo intimismo che mal si adattava al modo di girare occidentale. Detto questo però la serie cinese mi è sembrata molto più omogenea e centrata anche se più prolissa in certe spiegazioni che i vari personaggi davano degli eventi come l’interrogatorio della professoressa Ye Wenjie. Forse, essendo diretta emanazione dei libri, i 30 episodi scorrono più chiari e con meno buchi rispetto alla serie di Netflix. Fatta questa piccola premessa del tutto personale vorrei chiederle, rispetto ai libri, dove si colloca la serie cinese. Possiamo dire che i 30 episodi ci portano all’inizio del terzo libro “Nella Quarta Dimensione”? Grazie

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    1. Non ho ancora provato a guardare nessuno dei due adattamenti ma da quanto ho letto l’approccio è molto diverso, con la serie cinese che è più fedele ai libri.

      Purtroppo non so dire dove si collochi la fine dell’adattamento cinese.

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  2. Ho comprato i tre libri, incuriosito dalla serie Netflix, che per esigenze di streaming è ovviamente diversa dalla trilogia, e dalla quasi totale maggioranza dei commenti e recensioni che si sperticano in ‘capolavoro’, ‘pietra miliare’ ecc…

    Io, avido consumatore di libri e film di fantascienza, l’ho trovato sì ricco di spunti, ma molto noioso, prolisso. Crea molta aspettativa che poi si risolve in chiusure banali, scontate. Il terzo libro, secondo me superfluo, ho fatto fatica a completarlo.

    Ci sono stratagemmi letterari improponibili, tipo l’ibernazione già funzionante e disponibile ai giorni nostri (!?!) per catapultare i personaggi a 200 anni di distanza.

    Anche la ‘fisica’ che è ritenuta da molti (tutti) il punto forte della trilogia con recensioni tipo ‘eeee…si vede che ne sa’ e simili, alla fine è liquidata senza approfondimenti. Forse perché in fondo Cixin non è mai stato un fisico, ma solo un ingegnere smanettone che ha mollato il lavoro ?

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    1. Non sei l’unico ad aver avuto un po’ di perplessità su questa trilogia. Non volevo appesantire le mie recensioni con analisi approfondite della coerenza degli elementi tecnologici e scientifici ma forse qualcun altro li ha esaminati per vedere quante volte sono stati buttati lì come puri escamotage.

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  3. Anch’io appassionata del genere, incuriosita dalla serie Netflix e consapevole che 9 volte su 10 il libro è meglio del film ho divorato i 3 libri uno dietro l’altro nel giro di 2 settimane. i primi due li ho trovati molto interessanti anche se con un pò troppo “male gaze” per i miei gusti. Il terzo invece sebbene sia stato celebratissimo un po’ ovunque l’ho trovato il più “lento”, a tratti noioso e spesso davvero troppo tirato per i capelli. concordo sul fatto che gli elementi più interessanti siano la foresta oscura, i rapporti sociali e la reazione della specie a tutti i vari eventi, più che gli eventi e gli elementi scientifici (un po’… discutibili e spesso lasciati un po’ troppo vaghi) in sé.

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