A pochi passi dal sole di Walter Tevis

A pochi passi dal sole di Walter Tevis
A pochi passi dal sole di Walter Tevis

Il romanzo “A pochi passi dal sole” (“The Steps of the Sun”) di Walter Tevis è stato pubblicato per la prima volta nel 1983. In Italia è stato pubblicato da Mondadori nel n. 1183 di “Urania” e nel n. 237 di “Urania Collezione” nella traduzione di Raffaele Ciampa.

Ben Belson ha fatto fortuna con il mercato del carbone in un mondo sta esaurendo le sue fonti di energia. Gli inverni stanno diventando sempre più freddi e molta gente non può riscaldare adeguatamente la propria casa. Belson ha abbastanza soldi per pagare la costruzione di un’astronave da usare per cercare uranio.

La spedizione di Belson trova un pianeta interessante con risultati diversi da quelli che si aspettava. Esso ospita una pianta con curiose proprietà e la scoperta di nitrato uranile su un pianeta vicino fa sembrare il viaggio un grande successo. Tuttavia, Belson si trova in mezzo a uno scontro di potere che mette in pericolo tutto ciò che ha ottenuto nella sua vita con conseguenze che in un modo o nell’altro influenzeranno il futuro del mondo.

Nel corso della sua vita, Walter Tevis ha scritto pochi romanzi di fantascienza caratterizzati dalla presenza di protagonisti con una vita travagliata e conflitti interiori. Da questo punto di vista, ha preso spunto da esperienze personali difficili. In “A pochi passi dal sole” la caratterizzazione di Ben Belson è il mio problema principale.

Ben Belson è ricco ma ha molti problemi personali che creano una storia del tipo anche i ricchi piangono ma mi è difficile prenderlo sul serio. È ricco ma flirta con idee comuniste e mi viene da ridere. A un certo punto, comincia a soffrire di impotenza e questo problema viene rimarcato ripetutamente, anche perché le sue esperienze con le donne sono complicate, in una parte della storia che diventa una soap opera e non mi interessava.

La parte del romanzo che segue le conseguenze della scoperta di nitrato uranile su un pianeta alieno diventa rapidamente contorta. Poteva essere interessante se Walter Tevis avesse sviluppato maggiormente gli scontri di potere tra politica ed economia attorno alle fonti di energia disponibili sulla Terra degli anni ’60 del XXI secolo. La scelta di raccontare la storia in prima persona dal punto di vista di Ben Belson limita questa possibilità, anche perché il racconto tende a essere personale e introspettivo.

La Terra futura mostrata dall’autore sta andando verso una nuova era glaciale invece di essere in una fase di riscaldamento globale. Tuttavia, alcuni problemi legati alla scarsità di fonti energetiche sono comunque analoghi a quelli del mondo attuale. L’autore aveva proiettato i problemi creati dalla crisi energetica che aveva vissuto negli anni precedenti perciò ci sono vari spunti di riflessione interessanti.

In “A pochi passi dal sole”, la storia personale di Ben Belson rimane centrale e in questo caso secondo me ciò diventa un difetto. Lo penso anche perché ci sono alcune similitudini tra la storia di Ben Belson e quella del protagonista de “L’uomo che cadde sulla Terra” ma i risultati mi sono sembrati inferiori.

Avrei preferito che “A pochi passi dal sole” avesse più spazio riguardante il pianeta su cui Ben Belson trova la pianta nativa dalle strane proprietà. Gli elementi introspettivi di questa parte sono anch’essi legati almeno in parte alla crisi di mezz’età del protagonista ma il legame con l’ambiente alieno mi ha portato a trovarli più interessanti e suggestivi.

Complessivamente, “A pochi passi dal sole” mi ha lasciato sensazioni miste. Alcune parti sono interessanti ma quelle riguardanti il protagonista, che di solito rappresentano punti forti nei romanzi di Walter Tevis, in questo caso mi hanno lasciato soprattutto perplessità. Per questo motivo, credo che si tratti di un romanzo che può essere apprezzato soprattutto da chi non viene influenzato negativamente dalle caratteristiche del protagonista.

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