Il romanzo “La trasformazione” (“Transformation”) di James Gunn è stato pubblicato per la prima volta nel 2020. È il terzo libro della trilogia Transcendental e segue “Balzo nell’Altrove“. In Italia è stato pubblicato da Mondadori nel n. 1699 di “Urania” nella traduzione di Francesca Noto.
Riley e Asha si sono ritrovati ma quando tornano sulla Terra scoprono brutte notizie. Ai confini della Federazione Galattica vari pianeti hanno smesso di inviare comunicazioni per motivi misteriosi. La pedia del Centro galattico indica una quasi certezza di un’invasione ma da chi?
La burocrazia galattica è a dir poco lenta nel decidere contromisure. Riley e Asha prendono l’iniziativa e costringono le autorità della Federazione a dar loro l’incarico ufficiale di indagare. L’aiuto della pedia terrestre è utile ma il gruppo diventa davvero eterogeneo con l’aggiunta di Tordor come rappresentante della Federazione e di Adithya, che fa parte di un gruppo che intende eliminare la pedia.
Nel romanzo finale della trilogia Transcendental i protagonisti si trovano a indagare su una misteriosa minaccia che ha colpito una serie di pianeti ai confini della Federazione Galattica riducendoli al silenzio. Per questo motivo, dopo la parte iniziale, la trama è costituita soprattutto nella cronaca di un viaggio tra i pianeti alla ricerca di una spiegazione su ciò che è successo su di essi.
Già in “Balzo nell’altrove” c’erano stati viaggi che avevano portato i protagonisti a incontrare diverse specie ma non erano cronache molto approfondite. Ne “La trasformazione” il difetto è lo stesso, con storie di varie popolazioni planetarie che potrebbero essere interessanti ma vengono letteralmente lasciate indietro per passare al pianeta successivo.
La lunghezza ridotta del romanzo porta a un ritmo elevato in una trama piena di azione. Ciò copre solo in parte i difetti di quella che è la parte finale di una trilogia poco omogenea, in cui ogni romanzo sembra avere in comune con gli altri i protagonisti e poco altro. Ad esempio, tra i protagonisti de “La trasformazione” c’è Adithya, nemico dichiarato della pedia, il quale ci ricorda il ruolo di quell’intelligenza artificiale nel secondo romanzo. Il problema è che si tratta di un altro tema che non è stato più sviluppato. Questi riferimenti sembrano più che altro un modo per dare un minimo di caratterizzazione ad Adithya.
Sinceramente, come finale della trilogia Transcendental, “La trasformazione” mi sembra piuttosto moscio. Con tutta la sua esperienza, James Gunn ha puntato sull’elemento avventuroso ma i romanzi precedenti promettevano qualcosa di più. Questo romanzo finale è soprattutto il racconto dei pericoli che corrono i protagonisti su ognuno dei pianeti che visitano cercando di capire perché abbiano smesso di comunicare con la Federazione Galattica.
La’indagine dei protagonisti ha una conclusione ma è sbrigativa proprio come tutto il resto del romanzo. La si può considerare una conclusione degna della trilogia nel senso che segue lo stesso schema: James Gunn tira fuori un’idea che può essere interessante ma non la sviluppa veramente. Sarebbe stato più utile evitare almeno una delle tappe del viaggio dei protagonisti per sviluppare meglio il finale ma evidentemente l’autore aveva altre idee.
Alla fine, la trilogia Transcendental sembra un tipico esempio delle ultime opere di un autore che ha scritto storie eccellenti nei suoi anni migliori ma alla fine della sua carriera ha ormai poco da offrire. Anche James Gunn verrà certamente ricordato per ben altre opere. Se vi accontentate di un po’ di avventura spaziale, anche questa trilogia potrebbe piacervi.