Secondo una nuova ricerca l’Oreopithecus bambolii non camminava eretto e non si arrampicava sugli alberi


Un articolo pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences” riporta uno studio su fossili di Oreopithecus bambolii, una scimmia antropomorfa che visse tra 6,7 e 8.3 milioni di anni fa, nel periodo Miocene, nell’odierna Italia. Un team di ricercatori ha esaminato la parte inferiore del torso di un individuo appartenente a questa specie di ominoidi, parte dello scheletro più completo conosciuto per questa specie. La conclusione è che era bipede ma non camminava eretto e non si arrampicava sugli alberi.

La specie Oreopithecus bambolii è conosciuta fin dal 1871, quando i primi fossili vennero scoperti a Massa Marittima (GR), e descritti l’anno dopo dal paleontologo francese Paul Gervais. Nel 1958 uno scheletro attribuito a questa specie venne scoperto nella miniera di lignite di Baccinello (GR). Nel 1994, alcune ossa attribuite a questa specie vennero scoperte vicino a Porto Torres (SS), in Sardegna.

Nel corso del tempo sono stati condotti vari studi dell’Oreopithecus bambolii finendo al centro di controversie per i problemi legati alla sua classificazione e all’interpretazione delle sue caratteristiche anatomiche. Questa specie è la più recente tra gli ominoidi (Hominoidea), una superfamiglia tassonomica che include scimmie antropomorfe ed esseri umani, conosciuta in Europa ma non era chiaro se discendesse da specie europee più antiche come una del genere Dryopithecus o da una specie africana i cui discendenti migrarono verso nord. Anche sulla sua locomozione sono state compiute varie ricerche con varie teorie. Per questi motivi, è stato soprannominato l’ominoide enigmatico.

Questo nuovo studio si è concentrato sull’individuo scoperto a Baccinello, catalogato come IGF 11778 e all’epoca soprannominato Sandrone, perché è il fossile più completo di Oreopithecus bambolii. Le caratteristiche anatomiche della parte inferiore del torso, quelle legate alla locomozione, sono state confrontate con quelle di altri primati per cercare di offrire almeno alcune risposte definitive. L’immagine (Cortesia S. Bambi (University of Florence, Florence, Italy) and Kayla Younkin (American Museum of Natural History, New York, NY). Tutti i diritti riservati) mostra il fossile IGF 11778 e una ricostruzione del suo torso.

I ricercatori hanno rilevato alcune similitudini tra l’Oreopithecus bambolii il siamango (Symphalangus syndactylus), un moderno gibbone, una specie arboricola che vive nelle foreste di Indonesia, Malesia e Tailandia. Tuttavia, certe caratteristiche indicano che la sua locomozione era bipede ma non eretta come quella umana e non era un buon arrampicatore.

L’ambiente in cui visse l’Oreopithecus bambolii era paludoso, perciò il suo tipo di locomozione era adatto ad esso. Le pressioni evolutive erano ben diverse da quelle dei suoi cugini africani perciò la postura bipede potrebbe essere un’evoluzione parallela con quella sviluppata negli antenati degli esseri umani.

Gli sviluppi di varie discipline scientifiche e di tecnologie che aiutano vari tipi di ricerca costituiscono un notevole aiuto per studi come quello sull’Oreopithecus bambolii. Nonostante ciò, non è detto che le risposte offerte da questo studio siano davvero definitive.

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