I condannati di Messina di Ben Bova

I condannati di Messina di Ben Bova
I condannati di Messina di Ben Bova

Il romanzo “I condannati di Messina” (“Exiled from Earth”) di Ben Bova è stato pubblicato per la prima volta nel 1971. È il primo libro della trilogia degli Esiliati. In Italia è stato pubblicato da Mondadori nel n. 601 di “Urania” e all’interno del n. 9 di “Biblioteca di Urania” nella traduzione di Bianca Russo.

Il governo mondiale ha preso la grave decisione di esiliare gli scienziati più importanti della Terra dal pianeta. Il loro lavoro viene considerato troppo pericoloso per l’umanità perciò è stato deciso di inviarli su una stazione spaziale dove non potranno interferire con la società.

Lou Christopher è uno scienziato informatico impegnato in un progetto di ingegneria genetica in cui l’uso dei computer è fondamentale. Incluso nell’elenco degli scienziati da esiliare, riesce a sfuggire all’arresto e cerca di trovare appoggi per evitare il suo destino finendo coinvolto in vari intrighi politici.

“I condannati di Messina” è ambientato in un futuro in cui il mondo è unito ma terribilmente sovrappopolato. Da questo punto di vista Ben Bova si inserisce in un filone non solo fantascientifico tipico degli anni ’70, quando le possibili conseguenze della sovrappopolazione venivano esplorare nelle scienze, nella letteratura, nel cinema e anche in altri campi.

Nel mondo descritto da Ben Bova scienze e tecnologie hanno compiuto molti progressi e ad esempio ci sono stazioni spaziali e importanti ricerche nel campo dell’ingegneria genetica. Tuttavia, molti membri del governo mondiale non sono entusiasti di molti progressi: al contrario, ritengono che il lavoro di molti scienziati causerà il caos nel mondo modificando equilibri sociali ed economici già poco stabili.

La soluzione scelta dal governo mondiale è quella di esiliare gli scienziati “colpevoli” di essere impegnati in ricerche sgradite dalla Terra confinandoli su una stazione spaziale. Ne fanno una questione di pericolo ma non ci sono reali considerazioni etiche sulle ricerche in corso. Tra gli scienziati coinvolti, c’è Lou Christopher, che però riesce a sfuggire all’arresto.

La fuga di Lou Christopher dà a Ben Bova l’opportunità di descrivere la situazione delle megalopoli di quel futuro. “I condannati di Messina” non è esattamente fantascienza sociologica per cui quello non è il tema principale. L’autore ci fornisce comunque un’idea dei problemi sociali, che in realtà sono per molti versi quelli già esistenti all’epoca in cui venne scritto il romanzo.

Certo, leggendo oggi “I condannati di Messina” sembra davvero improbabile che un uomo ricercato dal governo mondiale possa prendere un volo di linea senza essere intercettato. La ricerca di Lou Christopher è discreta ma oggi un’agenzia governativa può controllare meticolosamente tutti gli aeroporti importanti della propria nazione.

Ben Bova non aveva previsto l’odierna sorveglianza di massa o aveva preferito non inserirla nel romanzo. Assieme all’apparente incompetenza degli agenti che si lasciano sfuggire Lou Christopher serve a sviluppare l’avventura dello scienziato dato che alla fine l’effettiva storia dell’esilio costituisce solo una piccola parte della trama.

Un’altra parte dell’avventura di Lou Christopher riguarda il suo coinvolgimento negli intrighi politici mondiali. In questo caso, Ben Bova può spiegarci come funziona il governo mondiale ma di nuovo non ci sono molti approfondimenti riguardanti la politica nel futuro.

Il risultato è un romanzo che mette assieme parecchi elementi da quelli sociali a quelli politici passando da quelli scientifici e tecnologici in una storia che è troppo breve per poterli sviluppare adeguatamente. Ben Bova è comunque bravo a creare una trama che nonostante certi limiti riesce a essere piuttosto coerente.

Il ritmo è elevato con tanta azione e colpi di scena perciò la tensione viene mantenuta nel corso del romanzo. I personaggi sono invece abbastanza sacrificati perché Lou Christopher è il protagonista assoluto e quasi sempre la storia viene raccontata seguendo le sue avventure mentre gli altri personaggi vanno e vengono.

Complessivamente, “I condannati di Messina” è un romanzo con vari pregi e difetti. Secondo me Ben Bova riesce solo in parte a nascondere i difetti ma credo che la storia sia buona perciò se non cercate qualcosa di impegnativo vale la pena di leggerlo.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *