Attivato SPHERE, un nuovo straordinario strumento per la ricerca di esopianeti

La stella HR 4796A con l'anello di polvere attorno ad essa fotografati da SPHERE (Immagine ESO/J.-L. Beuzit et al./SPHERE Consortium)
La stella HR 4796A con l’anello di polvere attorno ad essa fotografati da SPHERE (Immagine ESO/J.-L. Beuzit et al./SPHERE Consortium)

SPHERE (Spectro-Polarimetric High-contrast Exoplanet REsearch), un nuovo strumento che combina diverse tecniche avanzate per fotografare direttamente pianeti in altri sistemi solari, è stato attivato per la fase di test. Il suo funzionamento era stato verificato in Europa alla fine del 2013 e successivamente era stato inviato in Cile per essere installato all’Osservatorio Paranal, nel VLT (Very Large Telescope) dell’ESO.

Il compito principale di SPHERE è quello di scoprire ed esaminare pianeti giganti che orbitano attorno a stelle vicine. Ciò è difficile perché essi sono molto vicini ad esse e la loro luce è molto più fioca rispetto alle loro stelle. Per questo motivo, in genere i pianeti vengono scoperti tramite metodi indiretti, ad esempio analizzando il calo della luce di una stella quando un pianeta vi passa di fronte. SPHERE è progettato per ottenere il massimo contrasto in una minuscola area attorno alla stella per poter osservare direttamente i suoi pianeti.

Il funzionamento di SPHERE è basato sulla combinazione di tre tecniche davvero sofisticate. La prima sfrutta un’ottica estremamente adattiva per correggere i disturbi causati dall’atmosfera terrestre per ottenere un’immagine più chiara. La seconda usa un coronografo per eliminare la luce di sorgenti brillanti per ottenere un contrasto perfino maggiore. La terza tecnica sfrutta le differenze tra la luce della stella e quelle dei pianeta in termini di colore o di polarizzazione per rivelare la presenza di pianeti altrimenti invisibili.

SPHERE è uno strumento progettato e costruito attraverso una collaborazione internazionale tra vari istituti: Institut de Planétologie et d’Astrophysique de Grenoble; Max-Planck-Institut für Astronomie in Heidelberg; Laboratoire d’Astrophysique de Marseille; Laboratoire d’Etudes Spatiales et d’Instrumentation en Astrophysique de l’Observatoire de Paris; Laboratoire Lagrange in Nice; ONERA; Observatoire de Genève; Istituto Nazionale di Astrofisica coordinato dall’Osservatorio Astronomico di Padova; Institute for Astronomy, ETH Zurich; Astronomical Institute of the University of Amsterdam; Netherlands Research School for Astronomy (NOVA-ASTRON) ed ESO.

I primi test di SPHERE in Cile hanno già dato eccellenti risultati, non solo nella ricerca di esopianeti giganti. Ad esempio, ha permesso di scattare le migliori fotografie fatte finora dell’anello di polvere attorno alla stella HR 4796A, distante circa 237 anni luce dalla Terra. Questo test ha anche confermato che SPHERE può eliminare molto bene la brillante luce di una stella.

Questo è solo l’inizio del lavoro di SPHERE. La sua attivazione rappresenta un ulteriore progresso nella ricerca e nello studio degli esopianeti, che ci sta dando la possibilità di conoscere l’universo in una maniera che fino a pochi anni fa era impensabile.

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