Il supercomputer Roadrunner è andato in pensione

Alcuni rack del supercomputer Roadrunner (Foto LeRoy N. Sanchez, Records Management/Media Services and Operations)
Alcuni rack del supercomputer Roadrunner (Foto LeRoy N. Sanchez, Records Management/Media Services and Operations)

Nel week end scorso il supercomputer Roadrunner, che al momento della sua attivazione nel 2008 era il più potente del mondo, è stato ufficialmente messo fuori servizio. È stato il primo computer PetaFLOP, ovvero il primo a superare la barriera del petaflop come potenza di calcolo.

Il supercomputer Roadrunner è stato il frutto di scelte progettistiche davvero particolari perché era un ibrido tra processori di due tipi diversi. Era dotato di 6,480 processori AMD Opteron a due core e ogni core era collegato ad un processore grafico PowerXCell 8i, chiamato “Cell”. Un Cell era una versione potenziata di un processore specializzato creato per la Sony Playstation 3 adattato specificamente per supportare operazioni di calcolo scientifico.

Roadrunner non era il primo computer ibrido ma nessuno aveva mai tentato di costruire un supercomputer di quel genere. Nel costruirlo in quel modo, l’IBM si prese dei rischi che si rivelarono vincenti. Grazie a quella scelta, Roadrunner potè raggiungere livelli di potenza di calcolo mai visti prima con i Cell che effettuavano le parti più intense dei lavori di calcolo.

Il supercomputer Roadrunner era formato da 18 Connection Unit, ognuna delle quali conteneva 180 schede TriBlade. Ogni scheda TriBlade conteneva due processori Opteron con 16 GB di RAM e quattro processori PowerXCell 8i con 16 GB di RAM Cell. Il totale della RAM di Roadrunner era di 103,6 TeraByte. A far girare Roadrunner c’era il sistema operativo Red Hat Enterprise Linux.

Nel corso degli anni, il supercomputer Roadrunner è stato utilizzato soprattutto per simulare l’invecchiamento dell’arsenale nucleare americano ma anche per simulazioni in altri campi scientifici, da quello della fisica a quello dell’astronomia e anche per la medicina.

Nel corso di questo mese, i ricercatori useranno Roadrunner per effettuare vari esperimenti sull’utilizzo della memoria e della trasmissione di dati che saranno utili nella progettazione di futuri supercomputer. Una volta terminato quest’ultimo utilizzo, Roadrunner verrà smantellato. Considerando il fatto che è costato circa 133 milioni di dollari è un peccato ma in questo caso ci sono motivi legati alla sicurezza perciò è inevitabile che almeno in parte debba essere letteralmente distrutto.

Un altro problema che rende difficile il riutilizzo anche parziale delle Connection Unit di Roadrunner è che consuma molta elettricità e negli anni successivi alla sua costruzione sono stati fatti grossi passi in avanti da questo punto di vista. Un altro supercomputer costruito da IBM chiamato Juqueen richiede una potenza di 1.970 kWatt contro i 2.345 richiesti da Roadrunner ma ha una potenza di calcolo circa quattro volte superiori.

In pochissimi anni, Roadrunner è diventato un supercomputer per vari versi obsoleto ma la sua costruzione è stata un’impresa pionieristica. Essa ha infatti aperto la strada a nuove idee sulla progettazione di supercomputer perciò Roadrunner rimarrà nella storia dell’informatica.

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