DNA di antichi ominini e animali risalenti al periodo Pleistocene scoperti in sedimenti di 13 siti di vari continenti

campione di sedimenti dalla grotta di Denisova (Foto cortesia Mike Morley)
campione di sedimenti dalla grotta di Denisova (Foto cortesia Mike Morley)

Un articolo pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences” riporta il ritrovamento di DNA di antichi ominini e animali risalenti al periodo Pleistocene in sedimenti prelevati da 13 siti preistorici in diversi continenti. Un team di ricercatori che include scienziati del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia e geoarcheologi ha prelevato e analizzato sedimenti scoprendo che frammenti anche microscopici di ossa e feci offrono concentrazioni di DNA appartenente a varie specie. Si tratta di un altro passo in avanti nel recupero di materiale genetico molto antico che può offrire preziose informazioni su popolazioni di Neanderthal e di altri ominini la cui presenza può essere collegata a reperti archeologici e tracce ecologiche.

I geoarcheologi sono archeologi che applicano tecniche geologiche per ricostruire la formazione di sedimenti e siti. Il loro lavoro è diventato ancor più importante grazie alle tecniche sviluppate negli ultimi anni per recuperare DNA conservato in sedimenti. Quel lavoro viene svolto in collaborazione con paleogenetisti che studiano il DNA di specie antiche, spesso estinte. Il Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology è oggi il più importante centro di paleogenetica del mondo e sta ampliando enormemente le nostre conoscenze di varie popolazioni di umani antichi.

Negli ultimi anni, le nuove tecniche sviluppate per recuperare DNA da sedimenti ha portato a diversi studi genetici, in questo caso su campioni raccolti negli ultimi 40 anni in un totale di 13 siti risalenti al periodo Pleistocene in vari continenti. Anche l’esame di campioni tenuti in qualche magazzino per decenni ha fornito risultati positivi con il recupero di DNA. Ciò offre eccellenti prospettive per ulteriori studi dato che esiste una notevole quantità di campioni di sedimenti raccolti in giro per il mondo in tanti siti archeologici e paleontologici che potrebbero essere riesaminati.

In questo studio, i ricercatori hanno individuato concentrazioni di DNA in frammenti di ossa ma anche in particelle di feci. Tra i siti da cui provengono i campioni esaminati c’è la grotta di Denisova in Siberia, celebre per la scoperta di ossa appartenenti all’antica specie umana che ha preso il nome da essa. Essa è stata abitata da popolazioni diverse nel corso di molti millenni e nei sedimenti è stato trovato il DNA di almeno due Neanderthal maschi adulti imparentati con quello catalogato come Denisova 5, di cui l’osso di un dito del piede era stato scoperto in precedenza nello stesso strato di sedimenti.

Questo tipo di studi è sempre più multidisciplinare perché i risultati permettono di collegare una specifica popolazione ai reperti archeologici scoperti in un certo strato di un sito. I resti di specie animali e vegetali ma anche minerali che possono essere legati a processi geologici possono aiutare a ricostruire l’ecologia delle varie epoche collegando le diverse popolazioni agli ambienti in cui vissero. In sostanza, si tratta di studi genetici che stanno offrendo risultati eccellenti con varie ramificazioni in varie discipline scientifiche.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *