Il romanzo “Nascita del superuomo”, conosciuto anche come “Più che umano”, (“More Than Human”) di Theodore Sturgeon è stato pubblicato per la prima volta nel 1953. È il risultato dell’unione di un racconto scritto in precedenza con altre due parti scritte appositamente per ottenere il romanzo. Vinse l’International Fantasy Award. In Italia è stato pubblicato come “Nascita del superuomo” da Mondadori nel n. 62 di “Urania” nella traduzione di Bruna Del Bianco, dall’Editrice Nord nel n. 14 di “Cosmo Oro”, di nuovo da Mondadori all’interno del n. 23 de “I Massimi della Fantascienza” e nel n. 5 di “Urania Collezione” nella traduzione di Riccardo Valla e come “Più che umano” da Giano Editore in “Violadelpensiero” nella traduzione di Norman Gobetti.
La vita dell’idiota è sempre stata solitaria ma quando per caso incontra Evelyn Kew un contatto mentale tra i due crea un contatto umano come nessuno dei due aveva mai provato. Purtroppo il folle padre della ragazza aggredisce l’idiota ferendolo gravemente e, quando Evelyn cerca di fermarlo, la ferisce mortalmente. L’idiota viene soccorso dai Prodd, una coppia di contadini che si prende cura di lui e in qualche modo lo adotta.
Dopo diversi anni, la signora Prodd rimane incinta e l’idiota lascia la coppia per tornare a vivere per conto suo. L’incontro con Janie, una bambina telecinetica, e con le gemelle Bonnie e Beanie, capaci di teletrasportarsi, dà inizio a una sorta di simbiosi. L’idiota torna dai Prodd e scopre che il figlio che hanno avuto è affetto da sindrome di Down, eppure ha capacità mentali sovrumane che lo fanno diventare la mente di una gestalt.
Theodore Sturgeon pubblicò prima il racconto centrale, “Il bambino ha tre anni” (“Baby is Three”), nel 1952 e successivamente lo espanse e scrisse quelle che divennero le altre due parti, “L’idiota da favola” (“The Fabulous Idiot”) e “Moralità” (“Morality”), per formare il romanzo.
Spesso Theodore Sturgeon usò emarginati come personaggi delle sue storie e in “Nascita del superuomo” i protagonisti sono in qualche modo reietti. Il mondo descritto dall’autore è nel migliore dei casi indifferente, privo di empatia, ma spesso è crudele. Il romanzo inizia con un giovane che non ha neppure un nome e inizialmente viene identificato semplicemente come l’idiota, eppure ha un potere mentale. La prima parte del romanzo racconta l’incontro tra diverse persone che sono disadattate o addirittura reiette ma sono allo stesso tempo dotate di abilità speciali. Quell’incontro rappresenta l’inizio della formazione di una gestalt, una simbiosi in cui i vari individui diventano parti di un’entità superiore.
“Nascita del superuomo” è una storia fatta prevalentemente di riflessioni e introspezione perché la creazione di una gestalt segna l’emergere di una nuova specie, chiamata appunto Homo gestalt, e ciò porta al confronto con l’umanità e a tante domande su cosa significhi essere umani. Il lato emotivo della vicenda è spesso centrale perché la formazione della gestalt non è un evento bensì un processo che si protrae per anni. Quelli che costituiscono una sorta di problemi di crescita della gestalt affliggono in particolare Gerry Thompson perché i cambiamenti non sono semplici e non sempre c’è un equilibrio tra l’individuo e la gestalt.
Il romanzo stesso è una sorta di gestalt, nel senso che tre parti per alcuni versi eterogenee vengono messe assieme per formare un romanzo superiore alla somma delle parti. Vi sono varie differenze anche stilistiche tra le tre parti visto che il racconto originale è l’unico narrato in prima persona da Gerry. Le tre parti sono ambientate ad anni di distanza l’una dall’altra, ma esse finiscono per incastrarsi tra loro in una storia più grande.
Per la sua natura, “Nascita del superuomo” non è assolutamente un romanzo d’azione. Si tratta di fantascienza umanistica a livelli estremi, basata quasi solo sui personaggi. Proprio per questo motivo è considerato uno dei capolavori di Theodore Sturgeon, un romanzo che ha avuto una notevole influenza su questo genere e per questo da leggere.