Buchi neri

Blog che parlano di buchi neri

Stephen Hawking alla Biblioteca Nazionale di Francia

Stephen Hawking, uno dei personaggi più conosciuti nel campo della fisica e dell’astrofisica ci ha lasciati nella notte nella sua casa di Cambridge, in Inghilterra.

Gli studi di Stephen Hawking sui buchi neri per i quali era diventato celebre rimangono fondamentali nel campo di fisica e astrofisica. Chissà se alla fine ha avuto ancora la lucidità di rendersi conto dell’amara ironia di morire nel giorno dell’anniversario della nascita di Albert Einstein. Col suo senso dell’umorismo forse l’ultima sua emozione è stato di divertimento. Era ateo perciò non aveva il conforto di una religione ma quello dell’apprezzamento della vita.

Rappresentazione della Via Lattea e particolare della sua zona centrale (Immagine ESA–C. Carreau)

Il telescopio spaziale dell’ESA Herschel ha terminato la sua missione alla fine di aprile ma le osservazioni che ha compiuto continuano ad essere una fonte di scoperte. Uno studio del buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea effettuato su osservazioni condotte tra il 2011 e il 2012 ha individuato gas molto più caldi del previsto che potrebbero orbitare attorno ad esso oppure cadere verso di esso.

Concetto artistico di un buco nero supermassiccio (Immagine NASA/JPL-Caltech)

Due telescopi spaziali, il Nuclear Spectroscopic Telescope Array (NuSTAR) della NASA e l’XMM-Newton dell’ESA, sono stati utilizzati assieme per misurare per la prima volta la velocità di rotazione di un buco nero. L’oggetto dello studio è il buco nero supermassiccio al centro della galassia NGC 1365, che secondo i risultati ruota ad una velocità vicina a quella della luce.

L'immagine della galassia M106 prodotta dall'astro-fotografo Robert Gendler combinando immagini del telescopio spaziale Hubble con altre prodotte da lui assieme all'astro-fotografo Jay GaBany (Immagine NASA, ESA, the Hubble Heritage Team (STScI/AURA), and R. Gendler (for the Hubble Heritage Team). Acknowledgment: J. GaBany)

L’astro-fotografo Robert Gendler ha messo assieme varie fotografie della galassia a spirale M106 (Messier 106, conosciuta anche come NGC 4258) scattate negli anni dal telescopio spaziale Hubble combinandole con quelle effettuate da lui e da un altro astro-fotografo, Jay GaBany, per creare una delle più straordinarie immagini astronomiche mai prodotte.