Protocollo ribelle di Martha Wells

Murderbot - I diari della macchina assassina di Martha Wells
Murderbot – I diari della macchina assassina di Martha Wells

Il romanzo breve “Protocollo ribelle” (“Rogue Protocol”) di Martha Wells è stato pubblicato per la prima volta nel 2018. È la terza opera della serie “Murderbot – I diari della macchina assassina” e segue “Condizione artificiale“. In Italia è stato pubblicato da Mondadori all’interno di “Murderbot – I diari della macchina assassina”, in “Oscar fantastica” e n. 52 di “Urania Jumbo”, nella traduzione di Stefano A. Cresti.

Murderbot vede un’intervista alla dottoressa Mensah legata alle possibili attività illegali della GrayCris e pensa che potrebbe trovare prove nell’installazione di terraformazione attorno al pianeta Milu. Il suo viaggio è piuttosto laborioso perché deve sempre nascondere la sua identità e ciò è vero anche una volta arrivata a destinazione.

Un team di umani guidato da Don Abene è sull’installazione per valutarne lo stato come parte del processo di subentro da parte di un’altra azienda. Murderbot decide di seguirli di nascosto ma deve comunicare con Miki, un robot che assiste il team di Don Abene. La situazione diventa ben presto complicata.

Il terzo romanzo breve della serie “Murderbot – I diari della macchina assassina” riprende le avventure della SecUnit diventata autonoma. Come i precedenti, non è molto lungo ma la parte iniziale è comunque piuttosto lenta perché Murderbot racconta i problemi che può incontrare nei suoi viaggi quando è costretta ad avere a che fare con umani mentre si spaccia per un’umana potenziata. Questa parte è divertente perché emerge tutto il lato sarcastico della protagonista con i suoi giudizi al vetriolo sulla maggior parte degli umani che incontra.

Murderbot non ha interesse a esporsi a rischi affrontando pericoli ma sta cercando prove di attività illegali condotte dalla GrayCris e ciò può portarla a scontri violenti. In “Protocollo ribelle” finisce per seguire un team di umani che vengono assistiti da Miki, un robot che viene trattato come un amico e che li considera a sua volta amici. Per la protagonista si tratta di comportamento sorprendente sia per gli umani che per il robot ed è invidiosa perché normalmente è stata trattata come uno strumento.

Le emozioni e la difficoltà nel gestirle da parte di Murderbot è uno dei temi della serie. Generalmente sono emozioni che derivano da complicate interazioni con umani ma in questo caso emergono vedendo l’interazione tra Don Abene e Miki. La protagonista gestisce le nuove emozioni che prova meglio di molti umani anche se ha più problemi a gestire le sue interazioni con gli umani che scontri violenti con altre SecUnit o robot.

In questo caso, le complicazioni per Murderbot arrivano dalla necessità di usare sotterfugi che non sempre funzionano. È abituata ad avere a che fare con umani che considerano le SecUnit come strumenti anche dopo la sua esperienza con il team della dottoressa Mensah perciò cerca sempre di passare per un’umana aumentata quando deve interagire con gli umani. “Protocollo ribelle” è ancor più concentrato sulle emozioni della protagonista e sui loro sviluppi dei precedenti romanzi brevi.

“Protocollo ribelle” ha la sua parte di azione ma sembra quasi una storia introspettiva paragonata alle precedenti. Le ricerche di Murderbot la portano ad affrontare alcuni dilemmi etici e morali imprevisti, come essa stessa rimarca. È costruito più che mai come un capitolo di una storia più ampia e per qualcuno ciò può essere un difetto ma non avrebbe senso leggerlo come opera autonoma. Continuo a raccomandare questa serie a chi apprezza i temi che sviluppa con gli spunti di riflessione che offre.

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