Il romanzo “Il ritorno della Demetra” (“Eversion”) di Alastair Reynolds è stato pubblicato per la prima volta nel 2022. In Italia è stato pubblicato da Mondadori nel n. 54 di “Urania Jumbo” nella traduzione di Nicola Fantini.
Silas Coade è il medico di bordo della goletta Demetra, che sta viaggiando a nord della città norvegese di Bergen in una ricerca i cui dettagli sono conosciuti solo da chi l’ha organizzata. Nonostante mezzi moderni come un motore a vapore, il viaggio è pericoloso e ciò è confermato dalla scoperta del relitto di un’altra nave.
La Demetra raggiunge una costruzione che ha strane geometrie, forse il centro dei misteri e dei segreti attorno alla spedizione. Alcune cose cominciano a non tornare a Silas Coade, è una conseguenza del suo uso di droga o c’è qualcos’altro che va oltre le sue percezioni? Perché Ada Cossile, l’unica donna sulla nave, sembra saperne più di chiunque altro?
Alastair Reynolds è conosciuto soprattutto come scrittore di space opera perciò un romanzo che inizia a bordo di una goletta a vapore sembra davvero diverso dalle tipiche storie di quest’autore. Il romanzo è stato etichettato come fantascienza gotica e all’inizio l’autore sembra ispirarsi a Edgar Allan Poe e a Dan Simmons per poi virare verso toni più vicini a H.P. Lovecraft. Quando la Demetra raggiunge la strana costruzione, ci si aspetta quasi che ne esca Cthulhu ma a quel punto la trama comincia ad avere sviluppi imprevisti.
La storia è narrata in prima persona dal punto di vista di Silas Coade, il medico di bordo della Demetra. Ben presto si cominciano a notare incoerenze nel suo racconto e capire perché sia un narratore inaffidabile è il punto centrale del romanzo.
I tentativi di Silas Coade di capire cosa vi sia dietro alle incoerenze nei suoi ricordi ma anche agli incubi che lo affliggono in continuazione costituiscono un rompicapo che anche il lettore deve seguire per cercare di capire dove sta andando a parare la storia. In realtà, alla fine la trama non è particolarmente complicata ma richiede comunque una certa attenzione per non perdere il filo.
La tensione legata agli eventi percepiti dal protagonista e ai suoi tentativi di capire cosa stia relmente succedendo mantengono l’interesse del lettore nella prima metà del romanzo. Successivamente, si comincia almeno a intravvedere la realtà e l’interesse viene ravvivato dalle rivelazioni e dalle loro conseguenze.
Nel viaggio che è anche interiore di Silas Coade sono importanti le sue interazioni con Ada Cossile. La donna critica spesso la storia che il protagonista sta scrivendo nel suo tempo libero e ciò fa venire il dubbio che Alastair Reynolds non abbia un apporto del tutto positivo con qualche editore. Anche da questo punto di vista mi aveva fatto pensare a Dan Simmons ricordando il racconto in “Hyperion” riguardante il poeta Martin Sileno, che aveva problemi abbastanza simili.
Quando emerge la verità riguardo alla situazione di Silas Coade e della Demetra, Alastair Reynolds abbandona del tutto i toni gotici e la storia diventa assolutamente fantascientifica. La storia, con i relativi misteri, mi è parsa ben costruita e anche i personaggi importanti sono sviluppati, un elemento tutt’altro che scontato in una storia di questo tipo e raccontata in prima persona.
Complessivamente, “Il ritorno della Demetra” mi è parso un romanzo intrigante in cui Alastair Reynolds mescola con successo elementi apparentemente eterogenei. È piuttosto breve pensando ai lunghi romanzi tipici di quest’autore e ciò aiuta a mentenere un ritmo elevato, un altro risultato eccellente per un’opera che contiene molti dialoghi. Per questi motivi, ne raccomando la lettura.