
Il romanzo “I sei cloni” (“Six Wakes”) di Mur Lafferty è stato pubblicato per la prima volta nel 2017. In Italia è stato pubblicato da Fanucci nella traduzione di Raffaella Cesarini.
Quando Maria Arena si sveglia, ricorda l’inizio del viaggio dell’astronave Dormire ma qualcosa è andato storto perché scopre il suo clone precedente, il quale mostra visibili segni di un’età ben maggiore di quando il viaggio è iniziato ed è stato ucciso. Gli altri membri dell’equipaggio risultano essere nella stessa situazione tranne il capitano, il cui corpo precedente è in coma ma ancora vivo.
Un controllo dei sistemi di bordo mostra che l’intelligenza artificiale IAN non funziona. I sistemi di clonazione sono stati sabotati e ciò significa che le registrazioni dei ricordi dei membri dell’equipaggio non sono disponibili ed è impossibile creare nuovi cloni. A bordo c’è un sabotatore ma tutto fa pensare che debba essere un membro dell’equipaggio, una conclusione facile da raggiungere anche perché sono tutti criminali.
Mur Lafferty getta i protagonisti di “I sei cloni” e il lettore in una situazione critica per iniziare questo romanzo. La struttura è una versione fantascientifica di un mistero della camera chiusa dato che i protagonisti devono risolvere il mistero del loro stesso omicidio, avvenuto su un’astronave che è nello spazio interstellare, nel bel mezzo di un viaggio lunghissimo. Per l’equipaggio, la tensione è resa ancor più forte dal fatto che vari sistemi della Dormire sono stati sabotati e ciò lascia i nuovi cloni in una situazione davvero difficile.
In realtà, i fan di Agatha Christie potrebbero rimanere delusi da “I sei cloni” perché il giallo dell’omicidio dell’equipaggio ne costituisce solo una parte, per quanto importante, del romanzo. Il fatto che i protagonisti umani siano cloni viene usato da Mur Lafferty per mostrare la società in cui vivevano prima di imbarcarsi sull’astronave Dormire. L’attenzione è in particolare per le leggi riguardanti la clonazione con le sue conseguenze e i crimini legati a questa pratica.
Quando un nuovo clone è pronto, la mappa mentale della persona clonata viene impiantata nel suo cervello. In sostanza, la nuova persona è una copia della vecchia, che nel frattempo è morta. Non ci sono discussioni filosofiche riguardo al fatto che una persona sia o meno la stessa clone dopo clone. Mur Lafferty è interessata ad altri tipi di problemi legati alla clonazione come il rischio di hacking di una mappa mentale.
Buona parte del romanzo è fatta di flashback che riguardano momenti importanti della vita dei vari membri dell’equipaggio, compresi i loro crimini. Hanno un passato che può essere lungo anche diversi secoli che arriva fino al momento in cui sono stati “arruolati” per la missione della Dormire. Ciò crea un collegamento che diventa sempre più forte tra questi flashback e il mistero dell’omicidio plurimo a bordo della Dormire.
Mur Lafferty usa in diversi modi la struttura narrativa che alterna flashback a momenti a bordo della Dormire con l’equipaggio costretto ad affrontare una crisi molto grave senza possibilità di ricevere aiuto. Mostra quella società futura con le conseguenze dell’uso della clonazione umana, permette di sviluppare personaggi che inizialmente hanno molti segreti e offre indizi che aiutano a capire cosa sia successo sulla Dormire.
“I sei cloni” non include molta azione anche se ci sono momenti molto intensi, soprattutto nel finale, perciò la tensione è data dalla situazione a bordo della Dormire. Offre spunti di riflessione legati all’uso di tecnologie che potrebbero essere sviluppate nel futuro. Ne consiglio la lettura a chi è interessato a questi temi.