Red: il processo di Linda Nagata

Red: il processo di Linda Nagata
Red: il processo di Linda Nagata

Il romanzo “Red: il processo” (“The Trials”) di Linda Nagata è stato pubblicato per la prima volta nel 2015. È il secondo libro della trilogia The Red e segue “Red“. In Italia è stato pubblicato da Mondadori nel n. 36 di “Urania” Jumbo nella traduzione di Francesca Noto.

Il tenente James Shelley e la sua squadra Apocalisse sono tornati negli USA per affrontare le conseguenze delle loro scelte durante la missione Prime Luci. La corte marziale è la notizia più importante e ciò non è poco in una nazione squassata da continui attentati che hanno devastato anche l’economia.

La corte marziale dovrebbe valutare l’operato della squadra Apocalisse con imparzialità. Come può un giudice compiere un lavoro del genere quando ci sono interessi politici che arrivano fino al presidente degli USA e parti importanti degli eventi sono coperti da segreto come quelli legati all’intelligenza artificiale conosciuta come Red?

“Red: il processo” continua la storia iniziata in “Red” rccontando le conseguenze degli eventi del primo libro, che è necessario leggere per capire la storia e i personaggi. Fin dall’inizio, l’elemento di fantascienza militare è stato usato da Linda Nagata per mostrare un futuro che è vicino e facilmente comprensibile con problemi che sono importanti oggi.

I membri della squadra Apocalisse sono diventati celebrità loro malgrado. Il pubblico è diviso tra chi li considera eroi e chi li considera traditori. Questa situazione viene usata da Linda Nagata per sviluppare alcuni dei temi centrali di “Red: il processo”. Il romanzo è del 2015 e per certi versi è perfino ottimista riguardo all’evoluzione dei media pensando all’emergere degli influencer sui social media.

Un elemento interessante riguarda le riflessioni di James Shelley, che racconta la sua storia in prima persona. Non è un eroe senza macchia e senza paura ma ha vari dubbi e incertezze riguardo alle sue azioni. In particolare, si chiede spesso quanto pesi l’influenza di Red, l’intelligenza artificiale che a lungo ha avvertito come un sesto senso che lo aiutava in situazioni difficili.

Le riflessioni di James Shelley ampliano i temi etici e morali già affrontati in “Red”. Lui e il resto della squadra Apocalisse hanno dovuto fare scelte difficili sapendo che anche nel migliore dei casi le conseguenze li avrebbero accompagnati per il resto della loro vita. Ne devono fare altre, a volte legate alla loro integrazione con le tecnologie usate dai soldati.

Gli sviluppi tecnologici, in particolare le interfacce dirette tra computer e mente umana, sono importanti e non a caso Linda Nagata è considerata un’esponente del cosiddetto movimento nanopunk che usa molto quel tipo di elemento narrativo. Tuttavia, il modo in cui vengono usate quelle tecnologie è molto più importante delle loro caratteristiche.

“Red: il processo” offre uno spaccato più ampio riguardo agli interessi delle lobby che detengono il vero potere negli USA. Intrighi, inganni, corruzione e scontri di potere sono elementi importanti di questo romanzo e raccontati da Linda Nagata attraverso l’occhio cinico del protagonista. Questi elementi sono centrali in particolare nella prima parte, che riguarda la corte marziale.

Il ritmo è un po’ lento nella prima parte, anche perché James Shelley è isolato in attesa della corte marziale. C’è comunque tensione perché è chiaro che la sentenza porterà pesanti conseguenze e non solo per la squadra Apocalisse. Dopo il termine della corte marziale il ritmo accelera con molta azione ed eventi anche attorno al protagonista.

Come il primo romanzo, “Red: il processo” ha un finale che però è aperto con una situazione in cui sembra che non ci sia riposo per James Shelley. Continua quello che secondo me è un buon sviluppo dei temi con altri spunti di riflessione perciò ne consiglio la lettura.

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