Ghosts of India di Mark Morris

Ghosts of India di Mark Morris
Ghosts of India di Mark Morris

Il romanzo “Ghosts of India” di Mark Morris è stato pubblicato per la prima volta nel 2008. È inedito in Italia.

Quando a Donna viene una gran voglia di curry, il Decimo Dottore decide di portarla in India, in un ristorante molto speciale. All’arrivo, si rende conto che l’anno non è quello programmato bensì il 1947. Il ristorante cercato dal Dottore è stato distrutto durante i disordini causati dalle divisioni esistenti nella popolazione indiana.

Anche il Dottore e Donna rischiano di essere coinvolti nel caos che ha colpito l’India. Come se non bastasse, a Calcutta molte persone sembrano essere colpite da una strana malattia e altre spariscono. Il Dottore si rende conto che c’è una presenza aliena dietro a quegli strani eventi e il pericolo potrebbe riguardare perfino Gandhi, con ripercussioni incalcolabili sul futuro dell’India.

“Ghosts of India” fa parte di una collana di romanzi connessi alla nuova serie di “Doctor Who”. Essi sono orientati ad un ampio pubblico essendo abbastanza lineari da essere apprezzati anche da lettori molto giovani ma abbastanza sofisticati da poter interessare anche lettori più maturi.

Le avventure pseudo-storiche, ambientate sulla Terra in un’epoca passata con l’inclusione di una presenza aliena, esistono fin dai tempi della serie classica di “Doctor Who”. In questo caso, l’ambientazione è l’India del 1947 con l’indipendenza seguita dal caos causato dagli scontri religiosi tra indù e musulmani che finirono per portare alla separazione del Pakistan.

Per certi versi, la parte relativa alla presenza aliena è piuttosto elementare. Rappresenta una versione aliena del colonialismo e del cinico sfruttamento della gente comune come carne da cannone in guerre che, sulla Terra o altrove, portano vantaggi solo a pochi e dolore a molti. Da questo punto di vista, c’è un parallelo trasparente con la situazione dell’India, che aveva appena ottenuto l’indipendenza.

Mark Morris avrebbe potuto approfondire maggiormente anche l’elemento storico, dall’indipendenza dell’India alle successive tensioni religiose con le loro conseguenze su quell’area. Certo, sono argomenti che sono stati sviluppati in grossi saggi storici mentre in questi romanzi di “Doctor Who” la lunghezza è limitata. Tuttavia, a volte mi è parso che l’autore abbia inserito solo gli elementi minimi necessari a definire quell’ambientazione.

Il punto forte di “Ghosts of India” è senza dubbio la presenza di Gandhi. Personaggi storici importanti sono apparsi in tante storie nel corso della saga di “Doctor Who”, sia in episodi televisivi che in opere letterarie. A volte sono solo comparse, altre volte sono funzionali alla trama ma in certi casi sono figure centrali ed è il caso di Gandhi.

La presenza di Gandhi viene usata in vari modi all’interno della trama. “Ghosts of India” è ambientato nel 1947, nell’ultimo periodo della sua vita, perciò le possibili alterazioni della storia causate da una presenza aliena non avrebbero necessariamente avuto serie conseguenze.

Per certi versi, la presenza di Gandhi è usata soprattutto per farlo interagire con altri personaggi e in particolare con il Dottore per mostrare le similitudini e le differenze che ci sono tra di loro. Traspare un grande rispetto per Gandhi, tanto che perfino Donna è decisamente meno rompiscatole del solito in sua presenza.

Per come è incentrato sulla figura di Gandhi, “Ghosts of India” mi è parso soprattutto un romanzo con uno scopo didattico nella tradizione originale di “Doctor Who”. Per questo motivo, mi sembra adatto soprattutto ai fan della saga e ai lettori più giovani, che possono divertirsi e allo stesso tempo imparare qualcosa su una figura importante nella storia recente.

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