Il romanzo “La cosa. Inferno di ghiaccio” (“Frozen Hell”) di John W. Campbell Jr. è stato pubblicato per la prima volta nel 2019. In Italia è stato pubblicato da Mondadori all’interno del n. 232 di “Urania Collezione” nella traduzione di Fabio Feminò.
Nel corso di una missione scientifica in Antartide viene rilevata una fonte magnetica anomala. Alcuni degli scienziati vanno alla ricerca della fonte e scoprono un oggetto che è chiaramente di origine artificiale. La sua posizione nel ghiaccio indica che è lì da un tempo estremamente lungo e la creatura scoperta vicino a quella che sembra proprio un’astronave aliena dev’essere morta. O almeno così pensano quando trasportano la Cosa alla base scientifica per studiarla.
Nel 1938, John W. Campbell Jr. pubblicò il romanzo breve “La ‘cosa’ da un altro mondo”, conosciuto anche in alcune varianti del titolo o come “Chi va là?”, (“Who Goes There?”) sulla rivista “Astounding Science-Fiction” con lo pseudonimo Don A. Stuart. La storia ebbe grande successo, al punto che nel 1973 venne votata tra le storie che hanno avuto la maggiore influenza e importanza nel campo della fantascienza. La sua fama è perfino aumentata grazie ai celebri adattamenti nei film “La cosa da un altro mondo” (“The Thing from Another World”) del 1951 e “La cosa” (“The Thing”) di John Carpenter del 1982. Tuttavia, questo classico ha riservato una nuova sorpresa arrivata alcuni anni fa.
La versione pubblicata del romanzo breve fu il frutto di una revisione notevole del romanzo ben più lungo che John W. Campbell Jr. scrisse in origine. L’autore donò la versione originale e altri suoi manoscritti alla Houghton Library di Harvard, dove rimase, dimenticata, per decenni finché non venne scoperta durante la ricerca di materiale per un saggio sulla rivista “Astounding Science-Fiction”.
Il romanzo “La cosa. Inferno di ghiaccio” è notevolmente più lungo della versione che venne poi pubblicata. In particolare, c’è una parte iniziale in cui l’autore racconta la scoperta dell’astronave aliena e della creatura vicina ad essa e il trasporto di quello che pensano sia un cadavere alla base scientifica per poterlo sottoporre a qualche esame. Questa parte venne tagliata completamente e Campbell inserì qualche breve flashback nella nuova versione per spiegare quegli eventi. L’autore tagliò anche vari pezzi qua e là tagliando alcune parti che rallentavano il ritmo e lasciando solo qualche vago accenno alla descrizione della Cosa.
Il confronto tra “La cosa. Inferno di ghiaccio” e “La ‘cosa’ da un altro mondo” mostra come il lavoro di revisione abbia migliorato la storia. La parte iniziale potrebbe andare bene per un romanzo più lungo, che segue standard tipici di un’epoca successiva. In questa versione, il racconto della storia a partire dal suo inizio, con la scoperta delle tracce megnetiche, porta a sviluppi più complessi. Tagliare quella parte significa cominciare la storia più in là, quando la Cosa è già nella base scientifica.
“La ‘cosa’ da un altro mondo” ha una struttura che è concentrata sugli eventi che seguono il risveglio della Cosa, i quali vengono raccontati con un ritmo serrato. Si trata di una scelta che permette di sfruttare al meglio la paranoia che esplode tra il personale di una base totalmente isolata a causa delle caratteristiche dell’alieno. Il lettore viene gettato nel mezzo di eventi che hanno una forte connotazione horror e una notevole intensità. A quest’atmosfera contribuisce anche il senso di mistero dato dalle limitate descrizioni della Cosa e delle circostanze del suo ritrovamento rimaste rispetto alla versione originale.
Onestamente, “La cosa. Inferno di ghiaccio” aggiunge qualcosa al romanzo breve pubblicato nel 1938 solo come documento storico sul lavoro di revisione di John W. Campbell Jr. nella creazione di una delle storie più iconiche della storia della fantascienza. Anche il racconto del ritrovamento di questa versione può essere interessante. Se tutto ciò vi interessa, vale la pena di leggere questo romanzo e le spiegazioni che lo accompagnano.