
Il romanzo “L’Ombra dello Scorpione” (“The Stand”) di Stephen King è stato pubblicato per la prima volta nel 1978 e successivamente ripubblicato in una versione espansa nel 1990. In Italia è stato pubblicato nella prima versione da Sonzogno ne “I Romanzi Sonzogno” e da Bompiani nel n. 43 de “I Grandi Tascabili Bompiani” nella traduzione di Adriana Dell’Orto e Bruno Amato. La cosiddetta edizione integrale è stata pubblicata da Sonzogno ne “I Romanzi Sonzogno” e da Bompiani in “Tascabili Narrativa” e come “The Stand” in “Narrativa Straniera” nella traduzione di Adriana Dell’Orto e Bruno Amato.
Charles Campion è di servizio quando in un laboratorio segreto nella base militare una catena di errori causa la dispersione nell’aria di un virus creato come arma batteriologica. Quando Campion vede l’allarme, capisce che si tratta di qualcosa di molto grave e riesce a fuggire prima di rimanere bloccato alla base. Parte con la sua famiglia cercando di allontanarsi il più possibile ma è già stato contagiato e non fa che diffondere il contagio più rapidamente.
L’esercito tenta di creare aree di quarantena, inizialmente con blocchi stradali camuffati da lavori in corso e successivamente con le armi, per cercare di fermare il contagio, ma senza successo. In meno di un mese, quasi la totalità degli abitanti degli USA è morta. I pochi sopravvissuti, sparsi qua e là per il territorio, cercano di arrangiarsi. Le loro condizioni sono molto variegate ma tra le cose in comune ci sono gli strani sogni, che includono Mother Abigail e Randall Flagg.
Stephen King voleva scrivere un romanzo epico e un servizio giornalistico sulla guerra chimica e biologica gli diede l’idea per l’origine dell’influenza. L’autore aveva già usato quel tipo di ambientazione per il racconto “Risacca notturna” (“Night Surf”), incluso nell’antologia “A volte ritornano” (“Night Shift”) ma ne “L’Ombra dello Scorpione” viene sviluppata a livelli completamente diversi. Buona parte del romanzo è fantascienza apocalittica e post-apocalittica con il racconto della diffusione del virus, della morte di oltre il 99% degli esseri umani e delle reazioni dei sopravvissuti.
Questo tipo di storia non è esattamente nuovo ma Stephen King la sviluppa a modo suo. La costruzione dell’ambientazione e dei personaggi è un tratto caratteristico di quest’autore e ne “L’ombra dello scorpione” sfrutta l’epidemia che devasta gli USA e presumibilmente tutto il mondo in una pandemia per compiere questo lavoro. In questo romanzo funziona molto bene perché i personaggi vengono sviluppati attraverso le loro reazioni alla situazione apocalittica, che porta a una nazione quasi deserta.
Anche se il ritmo tende a essere lento, nella prima parte del romanzo c’è la tensione causata dal rapido collasso della civiltà e dai problemi dei sopravvissuti. Anche se hanno cibo e acqua in abbondanza, ci sono situazioni che possono essere difficili in cui a volte devono cavarsela da soli. Nelle reazioni dei sopravvissuti c’è la tentazione di cedere a istinti primordiali in contrasto con la volontà razionale di trovare altre persone per cercare di ricostruire una società civile.
Subito dopo l’apocalisse, c’è una breve parte in cui Stephen King racconta le morti di alcune persone immuni per una serie di ragioni. In questo racconto, l’autore ha messo molto humor nero, commentando varie volte che non si tratta di grandi perdite.
L’apocalisse distrugge la civiltà umana e comincia una sorta di polarizzazione tra i sopravvissuti verso Mother Abigail e Randall Flagg, che rappresentano due concetti diversi di ricostruzione. L’elemento religioso è fondamentale ma l’interpretazione è sanguinaria anche per gli standard delle storie horror. In sostanza, Mother Abigail è l’intermediaria di un piano divino che richiede pesanti sacrifici di sangue.
La forza de “L’Ombra dello Scorpione” è nelle interazioni tra tanti personaggi ben sviluppati con le loro personalità ben diverse tra loro. Una storia tra fantascienza e horror sembra plausibile perché i personaggi hanno comportamenti dettati da motivazioni che hanno senso. A volte sono motivazioni dettate da riflessioni razionali, altre volte dalla fede, altre volte sono reazioni istintive ma sono sempre comprensibili.
Stephen King scrisse una versione del romanzo che venne considerata troppo lunga dal suo editore, che voleva venderlo a un certo prezzo. Per motivi puramente commerciali l’autore dovette tagliare circa 400 pagine. La cosiddetta edizione integrale pubblicata nel 1990 ripristina una parte delle pagine tagliate e l’ambientazione viene aggiornata a quell’anno.

“L’Ombra dello Scorpione” è stato adattato in due miniserie televisive, nel 1994 e nel 2020, e in una serie di libri a fumetti. Il romanzo è diventato anche parte di una sorta di cosmogonia costruita da Stephen King creando un multiverso basato sulle sue opere con la Torre Nera al centro. Randall Flagg è diventato una delle varie incarnazioni del Male.
Non tutto è spiegato nella trama e ciò può lasciare qualche lettore insoddisfatto ma secondo me è uno dei grandi romanzi di Stephen King. L’autore mescola abitualmente elementi di vari generi e sottogeneri e ad esempio questo romanzo è stato etichettato anche come dark fantasy. Ne consiglio la lettura a prescindere dall’etichetta.