Star Trek: Discovery – Quella speranza sei tu, parte 2

(Sonequa Martin-Green) in Quella speranza sei tu, parte 2 (Immagine cortesia CBS / Netflix)
(Sonequa Martin-Green) in Quella speranza sei tu, parte 2 (Immagine cortesia CBS / Netflix)

“Quella speranza sei tu, parte 2” (“That Hope Is You, Part 2”) è il tredicesimo e ultimo episodio della terza stagione della serie “Star Trek: Discovery” e segue “C’è una marea…“.

Nota. Quest’articolo contiene spoiler su “Quella speranza sei tu, parte 2”.

Dopo il fallimento delle trattative con la Federazione, Osyraa (Janet Kidder) vuole prendersi la USS Discovery e il dilitio mentre i membri dell’equipaggio ancora a bordo cercano di riprendersi l’astronave. Saru (Doug Jones), il dottor Hugh Culber (Wilson Cruz) e Adira (Blu del Barrio) devono aiutare Su’Kal (Bill Irwin) a trovare la via verso l’esterno.

Anche in questo finale di stagione, ho trovato la parte ambientata sulla USS Discovery la meno interessante. Se voglio vedere battaglie, sparatorie, inseguimenti e azione in generale ci sono tante altre serie. Non ci sono state reali sorprese e anche Osyraa, che nell’episodio precedente aveva mostrato una maggiore profondità, in questo caso è regredita a un cattivo molto stereotipato.

Le scene riguardanti la storia di Su’Kal sono state decisamente più interessanti e mi sarebbe piaciuto che avessero avuto ancor più importanza. Certo, il dottor Culber sembra sparare qualche parola di genetica un po’ a casaccio ma pazienza. La parte importante riguarda le paure di Su’Kal e l’empatia di Saru, che lo aiuta a superarle assieme al dottor Culber. Il legame tra i personaggi, che include Adira e Gray (Ian Alexander), dà forza a questa sottotrama. È per questo che guardo Star Trek!

Nel suo complesso, ho trovato la terza stagione tutt’altro che eccitante. C’è un forte senso di già visto in un arco narrativo che fin dall’annuncio del tema di fondo ha ricordato “Andromeda”, una serie anch’essa basata su idee di Gene Roddenberry, con episodi che hanno ispirazioni varie, da “Guerre Stellari” a “Die Hard” con tanta azione di solito prevedibile.

La protagonista Michael Burnham aveva iniziato la serie con un ammutinamento che aveva provocato una guerra e continua imperterrita a fare di testa sua a dispetto degli ordini che riceve propinandoci faccine su faccine che forse dovrebbero coprire la poca sostanza. Sembra che il fine giustifichi i mezzi. Intendiamoci, James Kirk ha applicato questa filosofia molte volte ma nella serie classica l’azione era un mezzo, a volte usata per evitare che gli episodi diventassero troppo cerebrali.

In realtà, i produttori sembrano voler trovare un collegamento con le origini della saga con un finale che richiama i valori di Star Trek, anche con una citazione di parole di Gene Roddenberry e la sigla della serie classica. La prossima stagione riguarderà la ricostruzione della Federazione, vedremo se esplorerà davvero tutto ciò che ha reso Star Trek una grande saga. Sinceramente, non ho grandi speranze su questo punto.

Su'Kal (Bill Irwin) e Saru (Doug Jones) in Quella speranza sei tu, parte 2 (Immagine cortesia CBS / Netflix)
Saru (Doug Jones) e Su’Kal (Bill Irwin) in Quella speranza sei tu, parte 2 (Immagine cortesia CBS / Netflix)

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