Il romanzo “Obiettivo Marte” (“The Martian Race”) di Gregory Benford è stato pubblicato per la prima volta nel 1999. In Italia è stato pubblicato da Mondadori nel n. 8 di “Urania Jumbo” nella traduzione di Maura Dalai.
Il razzo con i primi astronauti diretti su Marte esplode al lancio e la conseguenza immediata è la decisione da parte del Presidente degli USA di abbandonare i tentativi per concentrarli su missioni nelle vicinanze della Terra. Tuttavia, l’obiettivo di inviare esseri umani su Marte viene tenuto vivo dall’annuncio di un premio di 30 miliardi di dollari per chi riuscirà a compiere tale impresa e riportare gli astronauti sulla Terra.
Il miliardario John Axelrod intende vincere il premio e guadagnare altri soldi grazie alla missione su Marte e ai suoi risultati. Il Consorzio che ha messo assieme per finanziare l’impresa riesce a inviare per primo quattro persone sul pianeta rosso ma per vincere il premio esse devono tornare per prime. Un altro team inviato da una collaborazione euroasiatica li segue e tutti gli umani arrivati su Marte incontrano vari problemi da risolvere per poter tornare sulla Terra.
Gregory Benford è uno scrittore che per decenni ha lavorato a ricerche di fisica teorica e sperimentale. Ciò significa che è un vero scienziato che nelle sue storie cerca sempre di descrivere sviluppi scientifici e tecnologici plausibili e in generale cerca di inserire idee che abbiano un senso dal punto di vista scientifico. Nel caso di “Obiettivo Marte”, ciò significa che nel 1999 ha provato a immaginare una possibile corsa a Marte portata avanti da aziende private e di raccontare il pianeta rosso basandosi su reali conoscenze. La storia di Marte deriva dagli studi che erano già stati compiuti all’epoca e le ipotesi su possibili forme di vita marziane derivano da quelle avanzate da vari scienziati.
Il romanzo segue due linee temporali in parallelo: una che a partire dal 2015 racconta lo sviluppo dei piani di John Axelrod per inviare un team su Marte e un’altra che nel 2018 racconta cosa succede a questo team sul pianeta rosso. Ormai quegli anni sono trascorsi perciò dobbiamo considerare il romanzo come una sorta di storia alternativa ma è interessante vedere come e perché la storia dell’esplorazione spaziale sia stata sviluppata in un certo modo con differenze e similitudini rispetto alla nostra storia.
L’elemento tecnico-scientifico è fondamentale in “Obiettivo Marte” e non ci si potrebbe aspettare altrimenti da un romanzo di Gregory Benford. A volte la trama sembra una scusa per poter avere dialoghi tra personaggi riguardanti la parte ingegneristica di una fase della missione, le ricerche scientifiche da condurre su Marte, in particolare alla ricerca di forme di vita passata o presente, e altro ancora. Tuttavia, l’autore immagina anche una crescita delle missioni spaziali private con risvolti commerciali importanti. John Axelrod fa sempre i suoi calcoli precisi perché il fattore economico è fondamentale. In questi calcoli vengono anche prese in considerazione le comunicazioni a livello mediatico perché anche la pubblicità ha conseguenze dal punto di vista economico.
I personaggi hanno uno sviluppo discreto ma non particolarmente profondo. Spesso l’impressione è che agiscano per far procedere la trama in un certo modo. Alla fine, anch’essi sembrano un po’ sacrificati in favore dell’elemento tecnico-scientifico.
Leggere “Obiettivo Marte” vent’anni dopo la sua pubblicazione è per certi versi curioso, nel senso che è inevitabile pensare alla differenza con la reale situazione odierna. Missioni su Marte con astronauti sono ancora in fase di progettazione e le ipotesi riguardanti le possibili forme di vita marziane sono ancora tutte da verificare. L’emergere di aziende aerospaziali private con lanci che diventano eventi mediatici è la parte del romanzo che più si avvicina alla realtà odierna.
Complessivamente, “Obiettivo Marte” è un romanzo che secondo me oggi va letto ancora come un’idea per una missione sul pianeta rosso con astronauti. Per questo motivo, l’ho trovato interessante dal punto di vista intellettuale ma poco emozionante perché ho trovato i personaggi poco interessanti. La conseguenza è che credo che possa piacere a chi è interessato a storie in cui l’elemento tecnico-scientifico è predominante. Gregory Benford ha scritto un seguito ma “Obiettivo Marte” può essere letto come romanzo autonomo.
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