Ci ha lasciati nella giornata di ieri l’attrice Carrie Fisher (foto ©Riccardo Ghilardi photographer). Il 23 dicembre durante un volo da Londra a Los Angeles era stata colpita da un attacco cardiaco. La rianimazione effettuata sul posto aveva permesso che venisse portata in ospedale, dove le sue condizioni erano state stabilizzate. Purtroppo dopo quattro giorni è spirata.
Carrie Frances Fisher nacque il 21 ottobre 1956 a Beverly Hills, in California, negli USA, la figlia del cantante Eddie Fisher e dell’attrice Debbie Reynolds. I suoi genitori divorziarono quando lei aveva solo due anni ed entrambi si risposarono dopo non molto tempo.
Carrie Fisher era ancora un’adolescente quando cominciarono le sue prime apparizioni al cinema e in televisione. Per questo motivo non riuscì a completare la sua educazione formale ma essendo amante dei libri fu un’autodidatta. Tutto cambiò per lei quando venne scelta per interpretare la principessa Leia (Leila nella versione italiana) in “Guerre stellari” (“Star Wars”, successivamente intitolato “Star Wars Episode IV: A New Hope”) di George Lucas. Solo recentemente, aveva rivelato che durante le riprese del film aveva avuto una relazione con Harrison Ford.
Negli anni successivi, Carrie Fisher ebbe tanti altri ruoli in televisione e soprattutto al cinema ma il suo nome divenne legato a quello della saga di Guerre stellari, ancor di più grazie ai seguiti “L’Impero colpisce ancora” (“The Empire Strikes Back”) del 1980 e “Il ritorno dello Jedi” (“Return of the Jedi”) del 1983.
Purtroppo per Carrie Fisher con il successo non arrivò la felicità, anzi arrivarono problemi con alcol, droghe e farmaci. Il suo ruolo in un altro film di culto, “The Blues Brothers” del 1980, fu a rischio a causa delle sue condizioni, che le resero difficile lavorare.
All’inizio degli anni ’80 a Carrie Fisher venne diagnosticato un disturbo bipolare ma per molto tempo non accettò quella diagnosi. A questi problemi si aggiunse la relazione lunga e particolarmente complicata con il cantante Paul Simon. Un’overdose e un esaurimento nervoso la costrinsero a cercare seriamente di risolvere i suoi problemi.
Nel 1987 Carrie Fisher pubblicò il suo primo romanzo “Cartoline dall’inferno” (“Postcards from the Edge”), che contiene molti elementi autobiografici e vinse il Los Angeles Pen Award come miglior opera prima. Il romanzo venne adattato in un film del 1990 con una sceneggiatura scritta da lei stessa. Fu l’inizio di una nuova carriera come script doctor, espressione che indica gli autori che intervengono in maniera più o meno pesante su sceneggiature scritte da altri e che necessitano di miglioramenti o perfino di riscritture.
Negli anni ’90 Carrie Fisher ebbe una relazione con l’agente Bryan Lourd che portò alla nascita della loro figlia Billie Catherine Lourd.
Nonostante tutto ciò che ha fatto come attrice, sceneggiatrice e scrittrice, Carrie Fisher è rimasta fortemente legata al suo ruolo in Guerre Stellari. I lavori come script doctor non sono ufficialmente accreditati ma ufficiosamente ha lavorato anche alle sceneggiature dei prequel della saga. In televisione, è stata guest star in un episodio della serie “30 Rock” nel ruolo di una scrittrice in crisi che finiva per implorare la protagonista di aiutarla perché era la sua ultima speranza. 😉 Ha invece interpretato se stessa in un episodio di “The Big Bang Theory”.
Nel 2015 l’uscita del film “Star Wars: Il risveglio della Forza” (“Star Wars: The Force Awakens”) ha segnato il ritorno per così dire ufficiale di Carrie Fisher a Guerre Stellari. Recentemente ha completato le riprese di “Episodio VIII”, la cui uscita è prevista per il 2017.
Nel suo libro “Wishful Drinking”, Carrie Fisher aveva scritto che voleva che venisse riportato che era morta annegata nella luce lunare, strangolata dal suo reggiseno. Vari necrologi hanno esaudito questo suo desiderio. La sua vita è stata complicata eppure è riuscita a fare molte cose e a ispirare altre persone parlando apertamente dei suoi problemi. Alla fine però verrà ricordata soprattutto come la principessa forte e coraggiosa di Guerre stellari.