Un articolo pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences” descrive una ricerca su un uccello vissuto circa 130 milioni di anni fa chiamato Eoconfuciusornis zhengi. Un team di ricercatori della North Carolina State University, dell’Accademia cinese delle Scienze e della Linyi University hanno trovato nell’esemplare fossile conosciuto di quest’uccello tracce di cheratina e melanosomi e sono riusciti a provare che si tratta di tracce delle sue penne.
L’esemplare conosciuto di Eoconfuciusornis zhengi venne trovato nella provincia di Hebei, nella cina del nord, in un’area nota per la buona conservazione dei fossili risalenti al periodo Cretaceo inferiore. Lo scheletro è quasi completo e anche la maggior parte del piumaggio è ben conservato. Si tratta del più antico uccello scoperto con un becco contenente cheratina e senza denti, proprio come i moderni uccelli.
Secondo studi precedenti le piume di uccelli primitivi e di dinosauri piumati contenevano melanosomi, organelli che contengono pigmenti che danno alle penne il loro colore assieme ad altri pigmenti. Il problema era dimostrare che quelle strutture non erano contaminazioni successive causate ad esempio microbi che avevano rivestito le penne durante le fasi di decomposizione e fossilizzazione.
In questa nuova ricerca, sono stati utilizzati esami al microscopio elettronico per ottenere dettagli della superficie delle penne dell’Eoconfuciusornis zhengi e della loro struttura interna. Anche particelle d’oro sono state utilizzate perché si attaccano ad anticorpi che si legano a particolari proteine allo scopo di renderle visibili al microscopio elettronico. Ciò serviva per dimostrare che i filamenti all’interno delle penne erano cheratina.
Se le piccolissime strutture erano melanosomi, dovevano essere racchiusi nella matrice di cheratina perché le penne contengono beta-cheratina, una versione della proteina evolutasi dalla cheratina delle scaglie di rettili e dinosauri. Le analisi necessarie hanno richiesto la distruzione di alcune piccolissime parti del fossile della dimensione di un chicco di riso ma alla fine i ricercatori hanno trovato le strutture che cercavano.
Nel corso degli esami, i ricercatori hanno anche mappato il rame e lo zolfo contenuti nelle piume. Lo zolfo era ampiamente distribuito, riflettendo la sua presenza nella cheratina e nella melanina delle penne degli uccelli moderni. Il rame, trovato solo nei melanosomi moderni e non parte della cheratina, è stato osservato solo nei melanosomi fossili. Ciò significa che durante i processi di decomposizione e fossilizzazione non si è mescolato con altri elementi.
I risultati degli esami suggeriscono che il corpo dell’Eoconfuciusornis zhengi fosse marroncino o di un colore scuro. È un passo avanti in questo tipo di ricerca e potrebbe aprire la strada ad altri tipi di analisi. L’unico problema è che si tratta di un’analisi distruttiva perciò il suo uso andrà valutato con attenzione.