Muhammad Alì, leggenda della boxe ma famosissimo ben oltre il mondo dello sport, è morto in seguito a problemi respiratori complicati dal morbo di Parkinson di cui soffriva da molti anni.
Cassius Marcellus Clay Jr., questo era il suo nome di nascita, nacque il 17 gennaio 1942 a Louisville, nel Kentucky, negli USA.
La storia di Cassius Clay come pugile cominciò quand’era un ragazzino e un poliziotto gli consigliò di imparare quell’arte per usarla contro la persona che gli aveva rubato la bicicletta.
Nel 1954 Cassius Clay fece il suo debutto come pugile dilettante raggiungendo negli anni grandi successi fino a vincere la medaglia d’oro dei pesi mediomassimi alle Olimpiadi di Roma nel 1960. Dopo quella vittoria passò al professionismo.
La carriera professionistica di Cassius Clay ebbe una rapida ascesa e nel 1964 ebbe l’opportunità di affrontare il campione del mondo dei pesi massimi Sonny Liston. Clay era decisamente sfavorito ma a sorpresa vinse per KO tecnico in seguito all’abbandono di Liston.
Poco dopo quella vittoria, Cassius Clay annunciò la sua conversione all’islam e il cambio del suo nome in Muhammad Alì.
Nel 1965 ci fu la rivincita con Sonny Liston e Muhammad Alì la vinse per KO rinforzando la sua reputazione anche per il suo atteggiamento spavaldo. Alì difese il suo titolo più volte ma fu costretto a interrompere la sua carriera quando rifiutò la chiamata alle armi per andare a combattere in Vietnam e gli venne revocata la licenza dalle commissioni pugilistiche americane.
Muhammad Alì tornò sul ring nel 1971 e dopo un paio di incontri affrontò per la prima volta Joe Frazier e subì la sua prima sconfitta da professionista. Successivamente venne sconfitto anche da Ken Norton ma ebbe una rivincita contro entrambi e le vinse.
Nel frattempo, George Foreman aveva conquistato il titolo mondiale dei pesi massimi contro Joe Frazier e nel 1974 venne organizzato un incontro tra lui e Muhammad Alì a Kinshasa, nell’allora Zaire, definito “The Rumble in the Jungle”. Alì riconquistò il titolo alla fine di un incontro rimasto nella storia della boxe.
Nel 1975 Muhammad Alì sconfisse ancora Joe Frazier ma negli anni successivi cominciò il suo declino. Mantenne il titolo fino al 1978, quando lo perse contro Leon Spinks ma lo riconquistò nella rivincita. A quel punto, annunciò il suo ritiro.
Nel 1980 Muhammad Alì decise di tornare a combattere e tentò di conquistare un’altra volta il titolo mondiale dei pesi massimi ma venne sconfitto da Larry Holmes, che si stava già affermando come un grandissimo campione. Il suo ultimo incontro avvenne nel 1981 con una sconfitta subita da Trevor Berbick.
Nel 1984 a Muhammad Alì venne diagnosticato il morbo di Parkinson ma il decadimento fisico non gli impedì di portare la torcia alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996. Non si è mai arreso alla malattia ma la sua salute è declinata negli anni. Nei giorni scorsi era stato ricoverato per problemi respiratori che si sono rapidamente aggravati fino a causarne la morte.
Moltissimo è stato già scritto su Muhammad Alì non solo come pugile ma anche per il suo impegno riguardante i diritti civili. È stato una leggenda nella boxe ma la sua storia l’ha reso famosissimo e spesso controverso ben oltre il mondo dello sport.