“Death to the Daleks” è un’avventura dell’undicesima stagione della serie classica di “Doctor Who” trasmessa nel 1974. Segue “Invasion of the Dinosaurs” ed è composta da quattro parti, scritta da Terry Nation e diretta da Michael E. Briant.
La storia
Durante un viaggio il Tardis subisce improvvisamente una perdita di energia e si rimaterializza sul pianeta Exxilon. Il Terzo Dottore (Jon Pertwee) e Sarah Jane Smith (Elisabeth Sladen) rimangono separati quando vanno a indagare sulle cause del problema e vengono attaccati dai nativi.
Il Dottore viene salvato da un gruppo di Marine spaziali arrivati sul pianeta alla ricerca di Parrinium, un minerale abbondante su Exxilon e fondamentale per curare una malattia letale che ha causato un’epidemia. Sarah Jane viene catturata dai nativi, che vogliono sacrificarla perché ha visto la città proibita. La situazione si complica con l’arrivo dei Dalek.
Extra
Questo DVD contiene una buona quantità di extra. Sono presenti contenuti tipici come una galleria di immagini tratte da quest’avventura, i sottotitoli della produzione, i Radio Time Listings e un promo dei DVD di “Doctor Who” pubblicati prossimamente.
Sono presenti nella traccia audio alternativa commenti all’avventura da parte dell’attore Julian Fox, dell’operatore Dalek Cy Town, del regista Michael E. Briant, dell’assistente di studio Richard Leyland, del creatore dei costumi L Rowland Warne e del creatore degli affetti audio Dick Mills moderati da Toby Hadoke.
Beneath the City of the Exxilons. Un documentario sulla produzione di quest’avventura.
Studio Recording. Immagini girate durante la registrazione di quest’avventura. È per certi versi un riempitivo ma per fortuna mostra anche come producevano alcuni effetti speciali.
Doctor Who Stories – Dalek Men. Gli operatori Dalek John Scott Martin e Nicholas Evans parlano della loro esperienza in “Doctor Who”, dove entrambi hanno anche interpretato altri mostri.
On the Set of Dr Who and the Daleks. Un documentario girato sui set di uno dei film con Peter Cushing nel ruolo del Dottore.
C’è anche un “uovo di Pasqua” con una versione della sigla.
I Dalek continuavano ad avere successo perciò il produttore Barry Letts voleva un’altra avventura che li includesse. Terry Nation, il loro creatore, tendeva a utilizzare sempre gli stessi elementi nelle sue sceneggiature perciò lo script editor Terrance Dicks ma anche Robert Holmes, che l’avrebbe sostituito dopo qualche tempo, suggerirono alcune varianti per evitare che la storia fosse ripetitiva.
Dopo vari cambiamenti, Terry Nation produsse la sceneggiatura definitiva di “Death to the Daleks”, un’avventura che per alcuni versi anticipa le storie di horror gotico tipiche di qualche anno dopo. Essa infatti inizia con il Dottore e Sarah Jane che finiscono sul pianeta Exxilon, in una terra desolata che nasconde vari pericoli.
I nativi del pianeta sono un popolo caduto nella completa barbarie dopo aver raggiunto vette scientifiche e tecnologiche straordinarie perché le hanno utilizzate male fino a distruggere la loro stessa civiltà. Il loro aspetto venne studiato per risultare spaventoso assieme ai loro canti cerimoniali. Nelle scene ambientate al chiuso, questi elementi creano un’atmosfera davvero cupa.
In quest’ambientazione, vengono sviluppate varie storie che si intrecciano. I Marine spaziali sono arrivati su Exxilon per prelevare il Parrinium, un minerale necessario a curare un’epidemia e generalmente raro, ma sono rimasti vittima della stessa perdita di energia che ha costretto il Tardis ad atterrare sul pianeta.
Questo misterioso fenomeno colpisce anche i Dalek quando la loro astronave atterra su Exxilon. Ciò permette di introdurre una variante originale nelle storie con gli arci-nemici del Dottore perché stavolta essi si ritrovano impotenti quando anche l’energia delle loro armi viene a mancare. In realtà viene da chiedersi anche come facciano a muoversi ma forse hanno un sistema di emergenza a pedali. 😉
Tutti questi elementi permettono di avere un’avventura in cui il ritmo è elevato per gli standard della serie classica di “Doctor Who”. Ci sono comunque momenti in cui i protagonisti si spostano da un posto a un altro ma almeno in questi casi c’è in genere una tensione che compensa il rallentamento del ritmo.
Da questo punto di vista, avrebbe giovato una qualità migliore nelle ultime due parti. Onestamente, il labirinto nell’antica città degli Exxilon non mi è sembrato così difficile da superare e vengono usati cliché tipici di quel tipo di trama. Alla fine, la sensazione di pericolo viene data soprattutto dalla recitazione degli attori.
Oltre a questi difetti della trama, in “Death to the Daleks” ci sono alti e bassi nelle interpretazioni del cast. Alcuni dei Marine spaziali sono onestamente piatti perciò i loro personaggi risultano poco interessanti. In compenso, Jon Pertwee ed Elisabeth Sladen sono eccellenti. Anche Arnold Yarrow, che interpreta Bellal, secondo me fa un buonissimo lavoro dovendo recitare con la voce e con il corpo perché la maschera gli impediva di usare espressioni facciali.
Gli effetti speciali sono nella media per quel periodo. Visti oggi alcuni sono davvero poco convincenti mostrando i limiti della vecchia tecnica del CSO (Colour-separation overlay). Stiamo parlando di un serial a basso budget prodotto oltre quarant’anni fa e nella serie classica di “Doctor Who” secondo me si è visto decisamente di peggio, anche negli anni successivi.
A causa dei difetti, c’è chi non apprezza “Death to the Daleks” ma secondo me i pregi li compensano abbondantemente. Non è un capolavoro ma complessivamente mi è piaciuto parecchio. Il DVD contiene extra di buona qualità perciò lo consiglio a tutti i fan di “Doctor Who” e a chi è interessato a conoscere l’era dei Terzo Dottore.
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