Software – I nuovi robot di Rudy Rucker

Software - I nuovi robot di Rudy Rucker
Software – I nuovi robot di Rudy Rucker

Il romanzo “Software – I nuovi robot” (“Software”) di Rudy Rucker è stato pubblicato per la prima volta nel 1982. Ha vinto il premio Philip K. Dick. È il primo libro della quadrilogia “ware”. In Italia è stato pubblicato da Phoenix nel n. 1 di “Quark” e da Mondadori nel n. 1382 di “Urania” nella traduzione di Daniele Brolli e Antonio Caronia. Edit. Una nuova edizione è stata pubblicata nel n. 186 di “Urania Collezione”.

Cobb Anderson sta morendo. Non ha soldi a sufficienza per permettersi un trapianto di cuore e annega i suoi ultimi dispiaceri nell’alcool. Quando ha ormai perso ogni speranza, viene avvicinato da un bopper, uno dei robot senzienti che si sono evoluti in seguito alla programmazione effettuata proprio da Anderson.

Il bopper offre a Cobb Anderson l’immortalità ma deve andare sulla Luna, dove i bopper hanno costruito una loro società e dove hanno anche il laboratorio dove potrebbero curare il loro creatore. Accompagnato dal bizzarro tassista Sta-Hi, Anderson comincia il suo viaggio ma l’offerta dei bopper nasconde una fregatura perché l’immortalità può essere raggiunta solo trasferendo la sua mente in un corpo bopper.

Rudy Rucker è considerato uno dei fondatori del movimento cyberpunk e “Software – I nuovi robot” è uno dei primi romanzi di questo sottogenere, pubblicato due anni prima di “Neuromante” di William Gibson. Rucker sviluppa i temi legati alle tecnologie in maniera molto personale essendo uno scienziato ma essendo legato allo stesso tempo a interpretazioni mistiche della realtà.

In “Software – I nuovi robot” Rudy Rucker introduce anche elementi del movimento letterario che propose qualche tempo dopo, chiamato transrealismo. In parole molto povere, esso consiste nel raccontare la vita reale in termini fantastici e Rucker si è ad esempio ispirato a persone reali per creare i protagonisti di questo romanzo.

L’inizio del ciclo ware è ambientato in un futuro che ormai è prossimo ma fa riferimento a eventi dell’inizio del terzo millennio. Le cose sono andate in maniera ben diversa perciò oggi dobbiamo leggerlo come un’ucronia ambientata in un mondo alternativo in cui intelligenze artificiali sono state sviluppate negli anni scorsi.

Cobb Anderson è il creatore dei bopper, robot senzienti che inizialmente erano stati programmati con le tre leggi della robotica di Asimov sulle quali hanno prevalso grazie a una modifica fatta in segreto da Anderson. La conseguenza è che i bopper hanno ricevuto il libero arbitrio, si sono ribellati agli umani e hanno deciso di costruire una loro società separata sulla Luna.

Per la sua azione, Cobb Anderson viene processato per alto tradimento ma riesce a evitare la condanna. Cade comunque in disgrazia e si riduce a un alcolizzato. Nel 2020, è prossimo alla morte a causa di problemi cardiaci ma viene avvicinato da un bopper che lo invita ad andare sulla Luna, dove gli verrà data l’immortalità.

Sulla Luna, la società dei bopper si rivela complessa, con una divisione tra vari tipi di bopper che possono avere idee diverse sul loro futuro e ciò porta a contrasti anche forti. È una società che per certi versi rispecchia quella umana, anche dal punto di vista dell’uso di droghe e per certe tendenze al misticismo.

I bopper cambiano rapidamente con le nuove generazioni perché nella loro programmazione c’è l’equivalente di un meccanismo evolutivo. La loro società è nuova di zecca eppure vi sono già forti diversificazioni e differenze generazionali. I rapidi cambiamenti tecnologici influenzano i bopper in maniera simile a come influenzano gli esseri umani.

Per Cobb Anderson, il problema è che scopre che l’immortalità gli verrebbe data trasferendo la sua mente in un corpo bopper tramite un processo che distrugge il suo cervello organico. Ciò permette dei sviluppare alcuni dei temi centrali del ciclo, cioè la natura della coscienza e la mortalità.

Il risultato di tutti questi elementi è un cyberpunk hippie, decisamente più leggero di quello di William Gibson, che invece ha toni ben più cupi. Ci sono anche in “Software – I nuovi robot” momenti drammatici e i protagonisti devono porsi domande molto serie per prendere decisioni molto importanti ma mi è difficile prendere troppo sul serio protagonisti come Cobb Anderson e Sta-Hi.

“Software – I nuovi robot” è un romanzo troppo breve perché Rudy Rucker possa sviluppare in profondità i vari temi contenuti. In compenso, il ritmo rimane elevato con molta azione e colpi di scena. I protagonisti sono abbastanza sviluppati mentre gli altri personaggi sono un po’ sacrificati.

Il mix di elementi creato da Rudy Rucker in “Software – I nuovi robot” è unico. Non mi ha convinto del tutto ma complessivamente l’ho trovato divertente e un’interessante fonte per alcune riflessioni. È un romanzo alquanto bizzarro perciò lo consiglio solo a chi pensa di poter apprezzare quel tipo di idee.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *