Robert Silverberg (foto ©Karen Silverberg) è nato il 15 gennaio 1935 a Brooklyn, New York, negli USA. Già da bambino leggeva moltissimo ed era appena adolescente quando ha cominciato a inviare racconti a riviste di fantascienza. Ha conseguito una laurea alla Columbia University in letteratura inglese nel 1956.
Il primo romanzo pubblicato da Robert Silverberg fu un “juvenile”, “La pattuglia dello spazio” (“Revolt on Alpha C”), nel 1955. Negli anni successivi pubblicò una quantità enorme di racconti e nel 1956 vinse il premio Hugo come miglior scrittore esordiente. Pubblicò anche parecchi romanzi di fantascienza come ad esempio “Padrone della vita, padrone della morte” (“Master of Life and Death”) del 1957, “Invasori terrestri” (“Invaders from Earth”) del 1958 e “Il tempo della Terra” (“Stepsons of Terra”) del 1958. In quegli anni collaborò molto con Robert Randall: i due utilizzarono molti pseudonomi ma soprattutto Randall Garrett.
Nel 1956, Robert Silverberg si sposò con Barbara Brown. Il loro matrimonio durò fino al 1976 anche se il divorzio venne formalizzato solo dieci anni dopo.
Alla fine degli anni ’50 il mercato delle riviste di fantascienza crollò e Robert Silverberg limitò per alcuni anni il suo impegno nel campo. Pubblicò comunque romanzi come “Il sogno del tecnarca” (“Collision Course”) del 1961, “Le due facce del tempo” (“Starman’s Quest”) del 1962 e “Invasori silenziosi” (“The silent invaders”) del 1963. Tuttavia, si dedicò soprattutto a scrivere storie di altri generi, compreso il porno soft, e articoli storici.
A metà degli anni ’60, Frederik Pohl, che allora era il direttore di tre riviste di fantascienza, convinse Robert Silverberg a tornare a tempo pieno a quel genere dandogli carta bianca. Silverberg cominciò a curare maggiormente la qualità delle sue storie dopo che per anni si era interessato soprattutto alla quantità.
Nei rimanenti anni del decennio Silverberg pubblicò romanzi considerati migliori dei precedenti come “Brivido crudele” (“Thorns”) del 1967, “Violare il cielo” (“To Open the Sky”) del 1967 e “Le maschere del tempo” (“The Masks of Time”) del 1968 fino ad arrivare ad “Ali della notte”, conosciuto anche come “Ali nella notte”, “Ali notturne” o “Dove portano tutte le strade” (“Nightwings”) del 1969, vincitore del premio Hugo e del premio Apollo francese.
Anche nei primi anni ’70 Robert Silverberg fu molto prolifico, nonostante alcuni problemi di salute dovuti alla tiroide che lo spinsero a trasferirsi in California. In quegli anni pubblicò romanzi come “Torre di cristallo” (“Tower of Glass”) del 1970, “Il tempo delle metamorfosi” (“A Time of Changes”) del 1971, vincitore del premio Nebula, “Morire dentro” (“Dying Inside”) del 1972, “L’uomo stocastico” (“The Stochastic Man”) del 1975 e “Shadrach nella fornace” (“Shadrach in the Furnace”) del 1976.
A metà degli anni ’70, Robert Silverberg decise di ritirarsi dall’attività con qualche polemica nei confronti degli editori che secondo lui non rispettavano le sue opere e i lettori che preferivano le sue opere più avventurose a quelle più sofisticate. Forse aveva solo bisogno di un po’ di riposo per ricaricarsi perché già nel 1980 è tornato a pubblicare un romanzo, “Il castello di Lord Valentine” (“Lord Valentine’s Castle”), il primo della serie di Majipoor e vincitore del premio Locus.
A partire degli anni ’80, Robert Silverberg ha ripreso la sua attività, anche se non ai ritmi forsennati di una volta. Ha pubblicato parecchie altre storie della serie di Majipoor sviluppando questa serie ambientata su un pianeta molto più grande della Terra in cui vengono mescolati elementi di fantascienza e fantasy. Ha comunque continuato a pubblicare anche storie autonome.
Nel 1987, Robert Silverberg ha sposato Karen Haber.
Robert Silverberg ha anche scritto alcuni romanzi basati su racconti di Isaac Asimov: “Notturno” (“Nightfall”) del 1990, “Il figlio del tempo”, conosciuto anche come “Un bimbo arriva da lontano” (“The Ugly Little Boy”) del 1991 e “Robot NDR-113” (“The Positronic Man”) del 1992.
Tra i romanzi pubblicati da Robert Silverberg in quest’ultima fase della sua carriera ci sono “Gilgamesh” (“Gilgamesh The King”) del 1984, “L’astro dei nomadi” (“Star of Gypsies”) del 1986, “L’arca delle stelle” (“Starborne”) del 1996, “Gli anni alieni” (“The Alien Years”) del 1998, “Pianeta senza scampo” (“The Longest Way Home”) del 2002 fino ad arrivare a “Roma Eterna” (“Roma Eterna”) del 2003.
Robert Silverberg è riuscito a scrivere una quantità incredibile di storie che vanno dall’avventura spaziale all’introspezione coniugando quantità e qualità. soprattutto i suoi racconti hanno ricevuto vari premi Hugo, Nebula e qualcun altro ancora a confermare il livello che è stato capace di raggiungere. Nel 1999 è stato introdotto nella Science Fiction and Fantasy Hall of Fame e nel 2005 ha ricevuto l’onoreficenza di Grand Master dalla Science Fiction and Fantasy Writers of America, ulteriori conferme che si tratta di uno dei grandissimi della fantascienza.
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