Un passo avanti nella realizzazione di nanomacchine

Un team multi-disciplinare di scienziati e ingegneri della MITRE Corporation e dell’Università di Harvard ha compiuto un passo avanti che può rappresentare la chiave per la creazione di nanomacchine. In un articolo pubblicato ulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences” il team guidato da Charles Lieber, un esperto di nanotecnologia di Harvard, spiega come ha creato un microscopico processore formato da centinaia nanotransistor.

Questo microscopico processore è stato definito una macchina a stati finiti nanoelettronica (nanoelectronic finite-state machine o nanoFSM) ed è più piccolo di un neurone. Esso è composto da centinaia di transistor a nanofili, ognuno dei quali è un interruttore 10.000 volte più sottile di un capello umano. È il risultato di vari anni di sviluppo di questo team, che già negli anni scorsi aveva realizzato nanocircuiti più semplici.

Una caratteristica di questi nanotransistor è di essere non-volatili, cioè ricordano lo stato in cui sono, ON oppure OFF, anche quando viene interrotta la corrente. Per questo motivo, hanno bisogno di una quantità estremamente ridotta di energia per funzionare.

Questi nano-interruttori sono assemblati in circuiti che, messi assieme, instradano segnali elettronici in giro per il processore. Ciò permette di ottenere i classici processi di calcolo e scambio di segnali che possono essere utilizzati per controllare nanomacchine che potranno essere utilizzate per scopi pratici.

Finora, vari utilizzi delle nanotecnologie sono stati teorizzati ma non erano mai stati costruite nanomacchine effettivamente utilizzabili. I risultati ottenuti dal team della MITRE Corporation e di Harvard potrebbero permettere la costruzione di nanomacchine in maniera economica, cambiando totalmente la situazione.

Nanomacchine di vari tipi potrebbero essere utilizzate in molti campi per molti scopi diversi. Insiemi di nanomacchine potrebbero formare computer di dimensioni estremamente ridotte ma con una potenza complessiva paragonabile a quelle dei normali computer. Nel campo della medicina ci potrebbero essere enormi possibilità di utilizzo di nanomacchine ad esempio per potenziare il sistema immunitario o per terapie contro il cancro.

In un senso più ampio, nanomacchine potrebero essere usate per migliorare gli esseri umani interfacciandosi con il cervello potenziandone le capacità mentali. Invece di utilizzare computer esterni, potremmo averne uno come parte della nostra mente. Le prospettive sono tutte da esplorare e se finora erano riservate al mondo della fantascienza nei prossimi anni potrebbero diventare realtà.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *