Un nuovo cuore artificiale utilizza tecnologie spaziali

Il cuore artificiale prodotto da Carmat (Foto cortesia Carmat. Tutti i diritti riservati)
Il cuore artificiale prodotto da Carmat (Foto cortesia Carmat. Tutti i diritti riservati)

Un nuovo tipo di cuore artificiale ha ricevuto l’approvazione per la sperimentazione su esseri umani in Francia, Belgio, Polonia, Slovenia e Arabia Saudita. L’obiettivo è richiedere una licenza commerciale nell’Unione Europea e cercare un partner americano per estendere l’offerta negli USA. La particolarità di questo cuore artificiale è che è stato costruito utilizzando tecnologia spaziale sviluppata per costruire satelliti.

Questo cuore artificiale è stato prodotto da Carmat, un’azienda fondata nel 2008 dal cardiochirurgo Alain Carpentier con il supporto del governo francese. L’azienda è uno spinoff di EADS (European Aeronautic Defence and Space Company N.V.), una multinazionale europea del campo dei trasporti, anche aerospaziali. Astrium è la sussidiaria di EADS specializzata nei servizi aerospaziali e il professor Carpentier ha lavorato con essa per 15 anni per adattare tecnologie spaziali alle necessità cardiologiche.

La produzione di un cuore artificiale è una delle grandi sfide tecnologiche degli ultimi decenni. Purtroppo ci sono molti migliaia di persone con gravi problemi di cuore che avrebbero bisogno di un trapianto ma la quantità di cuori disponibili è decisamente insufficiente. La creazione di un organo artificiale di dimensioni e peso ridotti e allo stesso tempo con l’affidabilità necessaria è davvero difficile ma ora sembra che Carmat l’abbia fatto grazie ad una partnership apparentemente improbabile.

In realtà, nonostante tutte le differenze, lo spazio e l’interno di un corpo umano hanno cose in comune. Sono entrambi ambienti difficili e inaccessibili. Le tecnologie sviluppate per i satelliti devono superare test molto severi perciò la loro affidabilità è quella richiesta per un organo artificiale.

Grazie agli ultimi sviluppi dell’elettronica, dimensioni e peso sono sufficientemente ridotti per creare un cuore che pesa circa 900 g, cioè circa il triplo di un cuore organico. Le dimensioni lo rendono adatto per circa l’86% degli uomini ma solo per il 20% delle donne. Gli uomini costituiscono la stragrande maggioranza delle persone con gravi problemi di cuore e nel futuro è probabile che modelli successivi saranno ancora più piccoli e leggeri per essere adatti ad una percentuale maggiore di donne.

Un altro problema nella produzione di organi artificiali è la necessità che siano biocompatibili. Il cuore creato da Carmat utilizza tessuti biologici trattati per ridurre la risposta immunitaria nelle parti che vengono a contatto con il sangue. Alla fine, questo prodotto è il frutto dell’incontro tra tecnologia spaziale e scienza medica ai livelli più sofisticati.

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