La rotazione di Venere sta rallentando

Concetto artistico della sonda spaziale dell'ESA Venus Express nell'orbita di Venere (Immagine ESA)
Concetto artistico della sonda spaziale dell'ESA Venus Express nell'orbita di Venere (Immagine ESA)

La sonda spaziale dell’ESA Venus Express venne lanciata il 9 novembre 2005 ed entrò nell’orbita di Venere l’11 aprile 2006. Inizialmente, venne proposta come riutilizzo del progetto Mars Express per poi subire varie modifiche per adattarla alla ricerca su Venere, un pianeta molto diverso da Marte e molto più vicino al Sole. La sua missione originale è durata poco più di un anno, successivamente l’ESA ha approvato due estensioni per arrivare fino alla fine del 2012.

Uno degli strumenti principali della sonda spaziale Venus Express è il VIRTIS (Visible InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer), uno spettrometro ad immagine sviluppato per la missione di un’altra sonda spaziale dell’ESA, Rosetta.

Utilizzando il VIRTIS a onde infrarosse, la sonda spaziale Venus Express è in grado di studiare la superficie di Venere nonostante lo spesso strato di nubi che la copre. Studi di questo tipo erano già stati effettuati negli anni ’80 e ’90 dalle sonde spaziali Venera e in particolare dalla sonda Magellano, che creò la prima mappa ad alta risoluzione della superficie di Venere.

Durante la mappatura della sonda spaziale Venus Express, gli scienziati si sono resi conto che alcuni elementi della superficie di Venere già conosciuti erano spostati anche di venti chilometri rispetto alla posizione in cui dovevano essere in accordo alla misurazione della rotazione del pianeta effettuata dalla sonda spaziale Magellano, che stabiliva che un giorno venusiano fosse pari a 243,0185 giorni terrestri.

Ovviamente, la prima cosa che gli scienziati hanno fatto dopo questo sorprendente risultato è stato di verificare tutti i calcoli effettuati basandosi sui rilevamenti della sonda spaziale Venus Express perché quelli effettuati in passato dalla sonda spaziale Magellano erano accurati. I nuovi calcoli hanno però confermato che il giorno di Venere sembra essersi allungato di circa 6,5 minuti nei 16 anni trascorsi tra le due misurazioni.

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Queste misurazioni aiutano gli scienziati a comprendere meglio la natura di Venere e la sua storia. Se Venere ha un nucleo solido, la sua massa dev’essere più concentrata verso il centro e in questo caso la rotazione del pianeta verrebbe influenzata in maniera minore da forze esterne.

Su Venere le forze atmosferiche sono molto importanti perché l’atmosfera del pianeta è estremamente densa, tanto che la pressione è oltre novanta volte superiore a quella terrestre. Venere è anche caratterizzato da venti ad altissima velocità e secondo nuovi modelli atmosferici ci potrebbero essere cicli meteorologici della durata di decenni. Questi fenomeni potrebbero causare un tale attrito sulla superficie del pianeta da rallentarne la rotazione.

Scoprire come mai il giorno di Venere è così lungo e allo stesso tempo i venti sulla superficie hanno velocità elevate ma anche comprendere l’effetto serra che rende Venere un inferno sono gli obiettivi principali della missione spaziale Venus Express. La ricerca continua e ora tra i dati c’è anche quello del rallentamento della rotazione di Venere per cercare di risolvere i misteri di un pianeta che per certi versi è il gemello della Terra eppure è così diverso da essa.

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