Il romanzo “La parabola del seminatore” (“Parable of the Sower”) di Octavia Butler è stato pubblicato per la prima volta nel 1993. È il primo libro del Ciclo delle Parabole. In Italia è stato pubblicato da Fanucci nel n. 4 di “Solaria” nella traduzione di Anna Polo e da Edizioni SUR nel n. 87 di “BIGSUR” nella traduzione di Martina Testa.
Nel luglio 2024, Lauren Olamina vive in un’enclave circondata da un muro che include un gruppetto di abitazioni vicino a Los Angeles. Suo padre, ministro Battista, cerca di tenere unita la piccola comunità ma gli abitanti devono difendersi da criminali esterni. Sono tutt’altro che ricchi ma chi vive attorno a enclavi come quella è in condizioni ben peggiori.
La vita di Lauren Olamina è resa ancor più difficile dalla sua iperempatia che la porta a provare fisicamente il dolore altrui. Suo padre manifesta ottimismo per il futuro ma Lauren si chiede quanto l’enclave potrà durare. Si prepara al peggio e comincia a sviluppare alcune idee in una religione che chiama il seme della terra basata sull’idea che Dio è cambiamento.
Quando Octavia Butler scrisse “La parabola del seminatore”, il 2024 doveva sembrare lontano, con tutto il tempo per la società americana di degenerare al livello descritto all’inizio del romanzo. L’autrice estremizzò alcune tendenze che vedeva ai suoi tempi legate all’avidità delle grandi aziende e al degrado ambientale, dovuto anche all’inquinamento. Per il lato sociale, si ispirò anche alla sua infanzia e a racconti di sua nonna, che visse parte della sua vita in un quartiere afflitto dalla criminalità.
Octavia Butler usava spesso elementi autobiografici nelle sue storie e ciò è vero anche in certi tratti di Lauren Olamina. Il romanzo è scritto come un diario della giovane protagonista, che all’inizio ha solo 15 anni. Le idee legate al seme della terra si vedono fin dall’inizio del romanzo perché cominciano ogni capitolo. Pian piano, cominciano a fornire un quadro coerente delle idee sviluppate da Lauren assieme anche a varie riflessioni e considerazioni annotate all’interno dei capitoli.
Le riflessioni di Lauren partono dalla sua situazione e da ciò che il padre cerca di insegnarle, anche nel suo ruolo di ministro Battista. La protagonista ammette che non vuole contestare apertamente gli insegnamenti di suo padre ma comincia a sviluppare idee che si distaccano progressivamente da quelle cristiane in generale. In sostanza, il romanzo è profondamente religioso perché il tema è centrale al suo interno ma probabilmente ciò che scrive Octavia Butler attraverso la protagonista può infastidire più i credenti “ortodossi” che i non credenti.
L’idea di Dio come cambiamento viene a Lauren esaminando la sua situazione. Nonostante le rassicurazioni di suo padre, pensa che il muro che circonda l’enclave in cui vive la sua famiglia potrà proteggerli solo fino a un certo punto. Alcuni abitanti si illudono di poter tenere fuori per sempre criminali e disperati pronti a tutto per prendersi il poco di valore che possono trovare nell’enclave ma Lauren crede che la loro sicurezza sia effimera. Per questo motivo, si prepara a un futuro che è pieno di incognite.
Tante cose avvengono ne “La parabola del seminatore” ma non lo si può definire un romanzo d’azione. Il racconto di quegli eventi in prima persona dal punto di vista di Lauren rende centrali le considerazioni e le riflessioni che la protagonista scrive come conseguenza di quegli eventi. Altri eventi importanti per gli USA come le elezioni presidenziali vengono citati senza dettagli perché sono lontani dalla vita di Lauren. Per questo motivo, probabilmente non è un romanzo adatto a chi vorrebbe conoscere i dettagli dell’intera situazione americana o addirittura mondiale in quel 2024 e negli anni successivi.
La situazione di persone comuni viene descritta con brutale realismo. Ciò include anche quelle che abitano fuori da enclavi circondate da muri, dove criminalità e violenza sono dominanti. Per questo motivo, “La parabola del seminatore” può essere doloroso da leggere per chi è sensibile a questi temi, eppure Lauren mantiene la speranza per un futuro migliore e ciò evita che i toni diventino cupi. Quest’approccio rende il romanzo perfetto per chi ama storie che includono viaggi interiori.