Il romanzo “Micronauti in Giardino” (“The Micronauts”) di Gordon Williams è stato pubblicato per la prima volta nel 1977. È il primo libro della trilogia dei Micronauti. In Italia è stato pubblicato da Mondadori nel n. 748 di “Urania” e all’interno del n. 99 di “Millemondi” nella traduzione di Lella Cucchi.
La sovrappopolazione ha portato a carestie e crescenti disordini sociali. Solo il World Food Control (WFC), sotto l’egida dell’ONU, sta in qualche modo mantenendo l’ordine nel mondo, spesso usando la forza. Il Sovrintendente Towne lo dirige in modo ferreo ma sta diventando sempre più paranoico.
Quando Towne scopre che George Richards, uno dei suoi subordinati che in teoria dovrebbe essere tra quelli più fidati, ha usato la sua autorità per appropriarsi di varie risorse, dà subito inizio a un’indagine. Lo spietato capo di Stato Maggiore Andrei Khomich, non a caso soprannominato “Beccaio”, viene incaricato di scoprire i piani di Richards e ciò che emerge è il progetto Arcadia ma di cosa si tratta?
Negli anni ’70, la sovrappopolazione era considerato una delle principali minacce per l’umanità ed è al centro di molte storie di fantascienza di quegli anni. “Micronauti in Giardino” la interpreta con ispirazioni al filone catastrofista britannico immaginando un mondo sempre più affamato per offrire una possibile soluzione alquanto originale a quel problema.
L’idea di esseri umani rimpiccioliti non è nuova ma Gordon Williams la sviluppa a modo suo. La parte iniziale del romanzo mostra i disordini crescenti causati da gente affamata e sempre più disperata, al punto da affrontare soldati pronti a sparare sui civili. Non c’è cibo per tutti ma sembra che sia necessaria una quantità enorme di manodopera per far funzionare la società. Questa premessa sembra strana anche considerando la tecnologia degli anni ’70 ma in una storia che riguarda umani rimpiccioliti non è la più inverosimile.
Gordon Williams impiega un po’ per rivelare la natura del progetto Arcadia, una soluzione radicale alla sovrappopolazione. Le limitate risorse mondiali potrebbero sfamare molti più esseri umani se essi fossero molto più piccoli. Le risorse aumenterebbero ulteriormente se questi umani accettassero di includere animali come insetti e lombrichi nel loro menù. Il problema al limite sarebbe quello di evitare di finire nel menù dei sopraccitati animali o di altri come i ragni.
Lo sviluppo della trama include parecchia azione con un ritmo rapido nelle sue diverse parti per motivi diversi. Gordon Williams usa vari eventi per mostrare le conseguenze della sovrappopolazione nella prima parte e dell’esperimento portato avanti nel progetto Arcadia nella seconda parte.
Dietro a tutto ciò vi sono scontri a livello politico legati alla gestione del cibo e quindi, in sostanza, alle decisioni riguardo a chi vivrà e a chi morirà. Anche la segretezza dietro al progetto Arcadia è dovuta proprio ai diversi piani personali.
La lunghezza del romanzo è nella media di quelli britannici dell’epoca. Include parecchi personaggi e Gordon Williams usa vari stereotipi nella loro descrizione anche se alcuni rivelano sfaccettature sorprendenti. L’autore sembra più interessato a raccontare la storia di un mondo sovrappopolato e dei pericoli che umani rimpiccioliti possono correre in un normale giardino.
Azione e tensione derivante da quei pericoli sono centrali ma c’è anche spazio per vari dettagli scientifici sugli animaletti, soprattutto artropodi, che minacciano i personaggi. Anche quelli che normalmente vengono ignorati diventano rilevanti quando gli umani non possono schiacciarli facilmente.
“Micronauti in Giardino” non è certo un capolavoro ma secondo me Gordon Williams riesce a creare una storia piena di tensione ed è ciò che gli si poteva chiedere. Il suo scopo non era scrivere una storia approfondita nei suoi elementi sociali e politici ed entro i suoi limiti credo che abbia fatto un buon lavoro. Se vi va bene così ve ne consiglio la lettura.