The End of All Things di John Scalzi

The End of All Things di John Scalzi
The End of All Things di John Scalzi

Il romanzo “The End of All Things” di John Scalzi è stato pubblicato per la prima volta nel 2015 dall’unione di alcuni romanzi brevi pubblicati in precedenza. Fa parte della serie “Old Man’s War” e segue “The Human Division“. È al momento inedito in Italia.

Rafe Daquin ha appena trovato un incarico come pilota su un’astronave mercantile ma durante il primo viaggio essa viene abbordata dai Rraey, che lavorano con il vice-segretario di Stato dell’Unione Coloniale Tyson Ocampo, che ufficialmente è a bordo per una vacanza. Gli altri membri dell’equipaggio vengono uccisi mentre il cervello di Rafe viene estratto dal suo corpo e collegato a un’apparecchiatura che gli permette di comunicare con l’esterno.

Convinto a collaborare con la promessa di un nuovo corpo, Rafe Daquin viene addestrato a controllare l’astronave con la sua mente. Grazie alla sua esperienza come ingegnere informatico, riesce a penetrare nei sistemi di bordo e a prenderne il controllo ma prima di cercare di liberarsi dai suoi catturatori deve cercare informazioni su ciò che sta succedendo a lui e all’Unione Coloniale.

Come “The Human Division”, “The End of All Things” è composto da varie parti pubblicate in origine come e-book separati. Nel caso di quest’ultimo romanzo della serie “Old Man’s War”, si tratta di quattro romanzi brevi raccontati da vari punti di vista che continuano la storia dello scontro tra l’Unione Coloniale e il Conclave dopo la rottura con la Terra. Un numero decisamente inferiore di parti rispetto al romanzo precedente è l’elemento che salta subito all’occhio. Secondo me è stata una scelta positiva perché ha ridotto la frammentazione delle tante storie che John Scalzi ha sviluppato attorno a quel conflitto interstellare.

Le quattro parti di “The End of All Things” sono ancora eterogenee nel senso che continuano vari aspetti della grande storia sviluppata nei romanzi precedenti, da quello più strettamente militare a quello politico e diplomatico. Scontri tra avversari ma anche faide interne tra fazioni che dovrebbero essere alleate avevano reso la serie sempre più complessa per arrivare a quello che finalmente è il gran finale.

John Scalzi mette assieme i vari pezzi della storia raccontando anche un’ultima missione delle Forze di Difesa Coloniale (FDC) che offre alcuni dei colpi di scena ma sinceramente sembra fin troppo costruita allo scopo di fornire un po’ di informazioni utili alla fine. È una parte con personaggi che sono un po’ sopra le righe a causa dell’umorismo. Si tratta di un elemento tipico delle storie di Scalzi ma secondo me in questo caso l’autore ha esagerato dando l’impressione che i dialoghi tra i personaggi servissero solo come riempitivi in una storia utile solo come parte di quella più ampia.

Onestamente, dopo “The Human Division” temevo peggio a causa dell’impressione che avevo avuto che ormai John Scalzi stesse allungando la serie per motivi puramente commerciali, senza idee forti da sviluppare. Aspettative più basse e un finale per la serie “Old Man’s War” hanno contribuito a darmi sensazioni più positive. In realtà, il finale non mi è parso nulla di straordinario ma costituisce una risoluzione alla grande storia sviluppata negli ultimi romanzi.

In realtà, John Scalzi potrebbe continuare la serie “Old Man’s War” perché il finale determina una nuova situazione a livello interstellare con nuove possibili storie da raccontare. L’autore sembra essersi concentrato su altre serie e, visti gli alti e bassi dei racconti e romanzi brevi che hanno formato gli ultimi due romanzi, è meglio che la serie sia finita qui.

Alla fine, credo che ci si potrebbe fermare già dopo il terzo romanzo della serie “Old Man’s War”. Con il quarto romanzo vengono introdotti cambiamenti importanti nella situazione interstellare e a quel punto bisogna leggere “The Human Division” e “The End of All Things” per arrivare alla fine sapendo che arriverà tra alti e bassi.

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