Il romanzo “Progetto Giove” (“Project Jupiter”, conosciuto anche come “The Lights in the Sky are Stars”) di Fredric Brown è stato pubblicato per la prima volta nel 1953. In Italia è stato pubblicato dal Corriere della Sera nel n. 7-Anno XI de “Il Romanzo per Tutti” nella traduzione di Franco Invernizzi e da Mondadori nel n. 2058 di “Oscar”, all’interno del n. 19 de “I Massimi della Fantascienza” e all’interno del n. 78 di “Millemondi” nella traduzione di Giuseppe Lippi. Quest’ultima edizione è disponibile anche in formato Kindle su Amazon Italia
Max Andrews ha un passato da astronauta ma ha dovuto ripiegare su un lavoro come meccanico di razzi anni prima, dopo aver perso una gamba in un incidente. Lo spazio rimane la sua passione ma ci sono dubbi sulla continuazione del programma spaziale americano. Nonostante ciò, Ellen Gallagher si candida per un seggio al senato appoggiando una missione verso Giove.
Quando scopre il programma di Ellen Gallagher, Max Andrews decide di contattarla per offrirle il suo aiuto in cambio di un posto nell’organizzazione della missione verso Giove. Capisce poco di politica ma è molto competente in scienza missilistica ed è pronto ad adattarsi alla nuova situazione per ottenere a tutti i costi un posto nel Progetto Giove.
“Progetto Giove” è ambientato a cavallo tra la fine del XX secolo e l’inizio del XXI secolo. Quando venne scritto era un periodo lontano alcuni decenni ma ora dobbiamo considerarlo una storia alternativa perché le tecnologie spaziali si sono sviluppate molto di più rispetto alla nostra storia.
Fredric Brown immaginava che gli USA riuscissero a sviluppare razzi a propulsione nucleare e di conseguenza ci fossero missioni con astronauti verso Marte e Venere. Per alcuni versi, la storia immaginata dall’autore è analoga alla nostra, con l’esaurimento di una fase del programma spaziale americano in seguito alla caduta del comunismo.
Alla fine del XX secolo molta gente si chiede quale sia l’utilità dei viaggi spaziali e magari i primi a farlo sono quelli che utilizzano giornalmente tecnologie sviluppate grazie ad essi. Max Andrews è stato un astronauta ma dopo aver perso una gamba in un incidente ha potuto lavorare solo come meccanico di razzi.
Quando Ellen Gallagher si candida al senato appoggiando una missione spaziale con astronauti verso Giove, Max Andrews capisce che si tratta della sua ultima occasione per partecipare a una missione importante. Le offre il suo aiuto in cambio di un ruolo da dirigente nella missione anche se il suo scopo reale è di partecipare al viaggio.
Max Andrews rappresenta i valori dei programmi spaziali e difende i progressi che essi portano. È un uomo che da sempre è stato appassionato di viaggi spaziali e anche dopo l’incidente ha continuato a lavorare in quel campo. Il dolore per aver dovuto rinunciare a fare l’astronauta si mescola al dispiacere per il crescente disinteresse del pubblico verso i viaggi spaziali.
“Progetto Giove” offre una visione positiva dei programmi spaziali ma a difenderli non c’è un eroe senza macchia e senza paura bensì un essere umano con i suoi pregi e i suoi difetti. Max Andrews ha una passione ossessiva per i razzi e farebbe di tutto pur di riuscire a partecipare a un’altra missione. È fondamentalmente una brava persona e per molti versi è facile simpatizzare con lui ma nel corso del romanzo vengono rivelati anche i suoi lati oscuri, con problemi che a volte sembrano patologici.
Per Max Andrews rinunciare a fare l’astronauta è stato traumatico e le conseguenze fisiche non sono le uniche a non essere guarite del tutto. Il rapporto personale che nasce con Ellen Gallagher è una conseguenza inaspettata del suo tentativo di tornare nello spazio, che rimane il suo vero obiettivo.
Il rapporto tra Max Andrews ed Ellen Gallagher viene sviluppato in maniera abbastanza melodrammatica. È l’elemento del romanzo che maggiormente mi ha lasciato freddo ma si tratta di una mia reazione soggettiva a questo tipo di trama. Anche se contiene un certo ottimismo per il futuro, “Progetto Giove” è per molti versi una storia dai toni cupi.
Il romanzo è incentrato attorno alla storia di Max Andrews, tanto che viene raccontato in prima persona dal suo punto di vista. Nonostante ciò, attraverso il protagonista, Fredric Brown riesce a sviluppare qualche altro personaggio come il fratello di Max e la sua famiglia, il suo amico M’bassi ed Ellen Gallagher. La storia attraversa vari anni ma vengono raccontati gli eventi importanti per un romanzo che è breve per gli standard di oggi perciò il ritmo tende a essere abbastanza rapido.
Max Andrews rappresenta il desiderio di continuare sviluppare i programmi spaziali e da questo punto di vista il romanzo contiene anche molto pragmatismo, in particolare nello sviluppo del lato politico della trama. Il Progetto Giove è controverso ed Ellen Gallagher deve ricorrere ad accordi politici per farlo approvare. Ciò mi colpì molto la prima volta che lessi questo romanzo e ci penso sempre quando leggo qualche notizia riguardante le discussioni del Congresso americano su proposte di nuovi progetti della NASA.
Secondo me “Progetto Giove” è tutt’altro che perfetto ma credo che i pregi superino nettamente i difetti. Per tanti versi la storia raccontata da Fredric Brown è importante anche oggi ed è per questi motivi che consiglio di leggerlo.
