Il documentario “Domani” (“Demain”), diretto da Cyril Dion e Mélanie Laurent, è uscito nel 2015. Ha vinto il Premio César per il miglior documentario.
“Domani” è diviso in cinque capitoli: agricoltura, energia, economia, democrazia e istruzione. Ciò significa che tratta non solo le sfide che riguardano direttamente l’ambiente e la sostenibilità ma anche tutto ciò che c’è attorno e regola la vita degli esseri umani nella società civile. Da questo punto di vista, cerca di offrire una visione abbastanza d’insieme di ciò che ci attende nei prossimi decenni e di come potrebbe evolversi la nostra società.
Spesso questo tipo di documentari si concentra sui problemi che affliggono il mondo di quest’inizio di terzo millennio con varie prospettive di catastrofi future. Al contrario, in “Domani” vengono mostrate soluzioni a vari problemi che sono almeno in fase di sperimentazione se non pienamente in funzione. In sostanza, si tratta di un documentario in cui non ci sono prediche bensì persone che lavorano giornalmente per migliorare qualcosa.
In varie parti del mondo, ci sono persone che stanno lavorando a soluzioni sostenibili pratiche, non grandi teorie. Tecniche agricole che portano effettivi risultati, produzione elettrica basata su pannelli solari, turbine eoliche o altre soluzioni rinnovabili. Sono tutti esempi reali connessi all’economia locale e includono aziende perché ci sono soluzioni che sono utili ma possono anche portare ricavi o almeno risparmi a chi le implementa.
Diversi esempi, in particolare nella produzione di energia, le soluzioni sono basate su progressi tecnologici. Ciò mostra la volontà di sfruttare certe tecnologie avanzate per ottenerne vantaggi pratici. Si tratta di un approccio pragmatico ben diverso da quello di certi gruppi che identificano la sostenibilità con qualche forma più o meno mascherata di luddismo, un approccio che personalmente trovo miope.
Il lato economico è importante assieme agli altri lati pratici perché mostra che la sostenibilità non è un traguardo astratto ma può essere benissimo parte di un contesto aziendale dove entrate e uscite sono elementi fondamentali. Una seria pianificazione può trarre vantaggio dalle nuove tecnologie che offrono possibilità sempre maggiori e a costi sempre minori di avere produzioni sostenibili.
Proprio perché l’economia è un elemento fondamentale, “Domani” mostra anche alcuni esperimenti con valute alternative e/o complementari e il funzionamento di alcune reti economiche locali. Anche in questo caso non si tratta di utopie esistenti solo in qualche testo filosofico ma di idee applicate nella pratica anche da aziende che devono avere certe entrate se non vogliono chiudere. Sono soluzioni implementate su piccola scala ma le reti economiche non devono necessariamente rimanere confinate in piccole regioni.
Gli ultimi capitoli di “Domani” sono dedicati a democrazia e istruzione perché la società deve evolversi anche in questi aspetti per poter affrontare le sfide del mondo di oggi. In alcune aree del mondo ci sono esperimenti di democrazia diretta e approcci diversi all’istruzione. In particolare, il documentario si concentra sul sistema finlandese, basato su soluzioni pedagogiche innovative con risultati positivi riconosciuti a livello internazionale.
Cyril Dion e Mélanie Laurent hanno deciso di creare “Domani” dopo aver letto uno studio che parla della possibile estinzione dell’umanità entro il 2100. Nonostante questo punto di partenza catastrofico, il loro documentario ha un approccio positivo mostrandoci un possibile mondo in cui gli esseri umani sono in grado di vivere sulla Terra senza distruggerla. Mostrano esempi reali e applicabili ed è questo il motivo per cui mi è sembrato un documentario eccellente che consiglio a tutti di vedere.
