Mentre il lander Philae della sonda spaziale Rosetta si prepara per atterrare sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko il 12 novembre, continuano le analisi a distanza. La cometa si trova a circa 450 milioni di chilometri dal Sole e la sua attività sta aumentando a causa della sublimazione del ghiaccio, che diventa vapore. Lo strumento ROSINA (Rosetta Orbiter Spectrometer for Ion and Neutral Analysis) ha già analizzato alcune emissioni scoprendo che la cometa è davvero puzzolente.
I due spettrometri di massa dello strumento ROSINA sono in grado di determinare la composizione dell’atmosfera e della ionosfera della cometa formata grazie alla sua attività, di misurare la temperatura e la velocità dei gas e degli ioni e di indagare sulle reazioni in cui sono coinvolti. Il sensore a pressione di ROSINA permette di determinare la densità dei gas e di valutarne il flusso.
A causa della distanza della cometa dal Sole, gli scienziati dell’ESA si aspettavano che solo le molecole più volatili sarebbero state rilasciate assieme all’acqua, cioè anidride carbonica e monossido di carbonio. Basandosi sulla storia delle osservazioni di altre comete, gli scienziati si aspettavano una maggiore attività con il rilascio di altre molecole ad una vicinanza maggiore, attorno ai 300 milioni di chilometri, all’inizio della primavera 2015.
Invece, 67P/Churyumov-Gerasimenko ha riservato ancora una volta una sorpresa e già nel corso di settembre ROSINA ha rilevato parecchie altre sostanze. Si tratta non solo di molecole semplici come l’acqua ma anche di altre un po’ più complesse e non esattamente buoni profumi. C’è la formaldeide ma anche l’acido solfidrico, la sostanza che crea la puzza di uova marce. Gli odori poco gradevoli continuano con l’ammoniaca e l’anidride solforosa. Al confronto, l’acido cianidrico e il metanolo sono gradevoli.
Dal punto di vista scientifico, questa miscela di sostanze è davvero interessante. Uno degli scopi più importanti della missione Rosetta è di studiare l’origine dei materiali che compongono il sistema solare per capire meglio la formazione dei pianeti. In particolare, c’è un interesse verso la formazione della Terra e l’origine della vita sul pianeta.
Le comete sono fossili dell’epoca della formazione del sistema solare. Una parte di essere è rimasta quasi invariata per alcuni miliardi di anni permettendoci di guardare in qualche modo indietro nel tempo. Anche l’analisi delle differenze rispetto a comete provenienti dalla nube di Oort come la C/2013 A1 Siding Spring sarà utile nelle ricerche.
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