Viaggio allucinante di Isaac Asimov

Viaggio allucinante di Isaac Asimov
Viaggio allucinante di Isaac Asimov

Il romanzo “Viaggio allucinante” (“Fantastic Voyage”) di Isaac Asimov è stato pubblicato per la prima volta nel 1966. In Italia è stato pubblicato da Mondadori nel n. 9 de “I Rapidi”, nel n. 765 degli “Oscar”, nel n. 89 dei “Classici Urania”, nel n. 13 de “I Grandi Bestseller”, nel n. 1072 di “Urania”, nel n. 358 di “Oscar Bestsellers” e nella collana “Oscar Mondadori – I Grandi Della Fantascienza” nella traduzione di Vincenzo Mantovani.

Jan Benes è uno scienziato che ha scoperto un modo per miniaturizzare la materia per un tempo indefinito. Grazie all’agente Charles Grant, Benes riesce a fuggire all’ovest ma al suo arrivo viene ferito in un attentato compiuto da parte di agenti sovietici pronti a morire pur di impedire che gli USA scoprano come perfezionare la tecnologia della miniaturizzazione.

Un rapido esame medico mostra che un embolo al cervello sta per provocare la morte di Jan Benes. L’unica speranza per salvarlo è miniaturizzare un sottomarino e inserirlo nel sistema circolatorio dello scienziato in modo che possa viaggiare fino all’embolo e distruggerlo con un laser. Il problema è che la tecnologia di miniaturizzazione disponibile agli USA permette di mantenere quello stato solo per un’ora e nel gruppo inviato nella missione ci potrebbe essere una spia.

Quando venne prodotto il film “Viaggio allucinante”, basato su un racconto di Otto Klement e Jerome Bixby, la Bantam Books ottenne i diritti per pubblicarne una “novelization”. Isaac Asimov, contattato per quel lavoro, ebbe varie perplessità perché la sceneggiatura gli pareva piena di buchi e incongruenze scientifiche. Alla fine, gli venne permesso di apportare le modifiche che riteneva necessarie e, anche a causa di ritardi nella produzione del film, il romanzo uscì sei mesi prima di esso. Per questi motivi, in molti pensarono che il film fosse basato sul romanzo quando invece è il contrario.

Il risultato è un romanzo raccontato con lo stile di Isaac Asimov, che è molto razionale perciò cerca di dare una spiegazione scientifica plausibile ai vari elementi della storia, mentre la trama ha lo scopo di creare un film spettacolare. La sceneggiatura venne scritta basandosi su un concetto fantascientifico ma senza badare tanto alla coerenza globale del suo uso. Esso venne inserito in una spy-story della Guerra Fredda, che all’epoca aumentava notevolmente la drammaticità della storia.

In “Viaggio allucinante” la miniaturizzazione è una tecnologia che sia gli USA che l’URSS hanno sviluppato ma in maniera limitata. Quando Jan Benes scopre il modo per miniaturizzare un oggetto a tempo indeterminato, il blocco orientale potrebbe ottenere un notevole vantaggio. Benes riesce a fuggire all’ovest ma viene quasi ucciso da un attentato e l’unico modo per salvarlo è inserire un sottomarino miniaturizzato nel suo corpo che possa viaggiare fino al suo cervello e distruggere l’embolo che lo sta uccidendo.

La trama è basata sulla tensione di una missione ai limiti dell’impossibile resa ancora più pericolosa dalla possibile presenza di una spia nell’equipaggio del sottomarino. Il corpo di Jan Benes è la prima fonte di pericoli che spesso non possono essere evitati perché la miniaturizzazione ha un limite di durata di circa un’ora.

Isaac Asimov ha cercato un equilibrio tra le spiegazioni che servono a dare plausibilità ai vari elementi della storia e il racconto dell’avventura nel corpo di Jan Benes cercando di mantenerne la tensione. Secondo me ci riesce abbastanza bene anche se la descrizione del lato emotivo dei personaggi non è mai stato il suo forte. La conseguenza è che la tensione viene più dagli eventi che dalle reazioni dei personaggi.

Inevitabilmente, una storia di questo tipo funziona meglio dal punto di vista visivo e la produzione puntò molto su quell’elemento, infatti il film ebbe successo nonostante le inaccuratezze scientifiche. Il livello della produzione fu talmente buono che il film vinse l’Oscar per la migliore scenografia e per i migliori effetti speciali e ricevette la nomination anche per la migliore fotografia, per il miglior montaggio e per il miglior montaggio sonoro.

Isaac Asimov non fu mai veramente soddisfatto del romanzo “Viaggio allucinante”, tanto che nel 1987 pubblicò “Destinazione cervello” (“Fantastic Voyage II: Destination Brain”) che, nonostante il titolo originale, è di fatto un remake del precedente romanzo con basi più plausibili.

Secondo me “Viaggio allucinante” è complessivamente un romanzo abbastanza buono nonostante i suoi difetti. Un altro problema è che è invecchiato, come tutte le storie in cui la Guerra Fredda è un elemento importante. Oggi è più che altro una sorta di curiosità storica nella carriera di Isaac Asimov collegato a un celebre film.

3 Comments


  1. Ciao Massimo.

    Sempre interessanti le tue recensioni.
    Quello che mi chiedo è: con tutti i bei romanzi che ha scritto Asimov, perché pubblicarne uno così poco significativo (e tra l’altro, l’unico tratto da un film)?
    Non credo sia un problema di cicli: si poteva optare per la Fine dell’Eternità o Neanche gli dei, entrambi eccellenti e autonomi.
    A questo punto sarebbe stato meglio scegliere Destinazione Cervello, anche quello viziato dal limite dell’uso della Guerra Fredda, ma almeno nato direttamente dalle mani del Buon Dottore.

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    1. Le tue considerazioni sono certamente condivisibili. Mi viene il sospetto che una nuova edizione di “Viaggio allucinante” costasse meno rispetto a quella degli altri romanzi di Asimov che hai citato.

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