I vampiri dello spazio di Colin Wilson

I vampiri dello spazio di Colin Wilson
I vampiri dello spazio di Colin Wilson

Il romanzo “I vampiri dello spazio” (“The Space Vampires”) di Colin Wilson è stato pubblicato per la prima volta nel 1976. In Italia è stato pubblicato da Mondadori nel n. 744 di “Urania” e nel n. 159 di “Urania Collezione” nella traduzione di Doris Cerea.

L’astronave Hermes è in una missione di esplorazione degli asteroidi quando si imbatte in un’enorme astronave in apparenza abbandonata. Il Capitano Carlsen e il suo equipaggio cominciano ad esplorarla e scoprono i corpi di quelli che appaiono in tutto e per tutto esseri umani. Questi corpi sono in uno stato di morte apparente e viene deciso di riportarne tre sulla Terra.

A un giornalista, figlio di una vecchia amica del Capitano Carlsen, viene permesso di entrare nel laboratorio in cui sono tenuti i corpi trovati nello spazio. Mentre sta osservando uno di essi, una donna, essa si risveglia e assorbe la sua forza vitale. Gli alieni sono vampiri e se non verranno fermati le conseguenze per l’umanità saranno devastanti.

Colin Wilson scrisse molti libri, romanzi e non, nei campi di filosofia, paranormale e misticismo. Non era uno specialista del campo della fantascienza ma ne “I vampiri dello spazio” utilizza vari elementi di questo genere o ai limiti del genere horror per costruire una storia piuttosto particolare sul vampirismo. Infatti, l’autore si ispira a maestri come H.P. Lovecraft, Clark Ashton Smith e A.E. van Vogt per le basi di una trama che poi sviluppa con le sue idee.

L’inizio è decisamente fantascientifico dato che c’è un’astronave in missione tra gli asteroidi che scopre un enorme relitto alieno contenente corpi che appaiono del tutto umani in animazione sospesa. Quando tre di questi corpi vengono portati sulla Terra per essere esaminati, la storia comincia ad assumere connotati ben diversi.

L’improvviso risveglio di un’aliena e la scoperta che si tratta di una sorta di vampiro è l’inizio di quello che per certi versi è più uno studio del fenomeno del vampirismo che di un romanzo. Colin Wilson mantiene ben poco degli elementi tradizionali delle storie di vampiri, innanzitutto perché quello che descrive è un fenomeno psichico e non il classico succhiare il sangue delle vittime.

Nel futuro in cui è ambientato “I vampiri dello spazio” il Dottor Fallada ha studiato quello che chiama campo lambda, cioè l’energia vitale delle creature viventi, creando anche uno strumento in grado di rilevarlo. Su queste basi pseudo-scientifiche, Colin Wilson sviluppa il tema del vampirismo psichico.

Per comprendere meglio questo fenomeno, il Capitano Carlsen e il Dottor Fallada si rivolgono al Conte von Geijerstam, uno studioso svedese molto anziano ma ancora molto arzillo proprio grazie al vampirismo. Egli vive con le sue allieve in una situazione che può ricordare quella del Conte Dracula ma per certi versi è il suo opposto.

Ne “I vampiri dello spazio” il fenomeno del vampirismo non è necessariamente negativo. A seconda di come viene praticato, può costituire uno sfruttamento dell’energia vitale di un’altra persona ma può anche essere praticato in maniera positiva come scambio di energie tra due persone. Nel romanzo è comunque considerato un fenomeno tipicamente legato alla sessualità.

Alla fine, il ritrovamento degli alieni diventa più che altro una scusa per Colin Wilson per sviluppare la tematica del vampirismo, trascurando a volte anche la trama. Per larghi tratti del romanzo, gli alieni non sono neppure presenti perché i protagonisti sono impegnati nella loro ricerca su questo fenomeno. Perfino l’altro potere degli alieni, la possessione di altri corpi, a volte passa in secondo piano pur essendo importante nella storia.

Per questo motivo il ritmo della narrazione è spesso decisamente lento, soprattutto dopo la parte iniziale. Il pathos della scoperta dell’astronave aliena lascia spazio ad una storia decisamente basata sulle idee che l’autore vuole sviluppare. Ci sono occasionali momenti d’azione ma sono l’eccezione. Anche i personaggi sono in parte sacrificati e solo i protagonisti hanno un qualche sviluppo.

Da “I vampiri dello spazio” è stato tratto il film “Space Vampires” (“Lifeforce”) nel 1985. Quest’adattamento apporta molti cambiamenti, a partire dal fatto che è ambientato nel 1986, quando un’astronave che sta studiando la cometa di Halley trova il relitto alieno. Il film contiene decisamente meno filosofia e più azione del romanzo in una storia più legato al filone catastrofico britannico. Il vampirismo viene visto quasi come un contagio che provoca il caos soprattutto a Londra. La componente sessuale è più marcata, tanto che molti lo ricordano perché Mathilda May è nuda per quasi tutto il film.

Secondo me “I vampiri dello spazio” è un romanzo tutto sommato buono ma per le sue caratteristiche lo consiglio solo a chi è interessato ad una storia fortemente basata sulle idee e in particolare al vampirismo psichico.

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