La NASA ha lanciato con successo la sonda spaziale IRIS per scoprire i segreti del Sole

La sonda spaziale IRIS montata su un razzo Pegasus XL connesso ad un aeroplano L-1011 durante i preparativi per il lancio (Foto NASA/Randy Beaudoin)
La sonda spaziale IRIS montata su un razzo Pegasus XL connesso ad un aeroplano L-1011 durante i preparativi per il lancio (Foto NASA/Randy Beaudoin)

Era sera negli USA quando la sonda spaziale IRIS (Interface Region Imaging Spectrograph) è stata lanciata utilizzando un razzo Pegasus XL di Orbital Science portato ad un’altitudine di circa 13.000 metri da un aeroplano L-1011, sempre di Orbital Science, modificato a questo scopo. In breve tempo, IRIS è stata portata nell’orbita polare sincronizzata con il Sole, dove i pannelli solari si sono regolarmente dispiegati e ha inviato i primi segnali.

La sonda spaziale IRIS punterà un telescopio a ultravioletti sulla regione del Sole tra la superficie e l’area dell’atmosfera esterna chiamata corona. Con le sue osservazioni ci permetterà di comprendere come l’energia si muova dalla superficie alla corona riscaldandosi da una temperatura di circa 6.000 gradi Kelvin fino a raggiungere alcuni milioni di gradi.

Varie teorie sono state sviluppate per cercare di spiegare il motivo per cui l’atmosfera del Sole diventa più calda, e in maniera così notevole, allontanandosi dalla superficie. Finora però non c’erano dati sufficienti per poter dare una risposta precisa e le osservazioni della sonda spaziale IRIS dovrebbero migliorare la situazione.

Grazie al suo telescopio, la sonda spaziale IRIS esaminerà anche la cromosfera del Sole, ovvero lo strato dell’atmosfera sotto la corona solare, nella maniera più dettagliata mai ottenuta finora. In questo modo, potrà complementare le osservazioni della sonda Solar Dynamics Observatory (SDO), anch’essa della NASA, e della sonda Hinode, una missione dell’agenzia spaziale giapponese JAXA a cui la NASA ha collaborato. Infatti, assieme queste sonde saranno in grado di monitorare l’atmosfera solare dalla sua superficie fino allo strato esterno.

Le osservazioni della sonda spaziale IRIS si concentreranno sull’1% della superficie del Sole, uno sguardo ravvicinato per comprenderne i cambiamenti. L’area dell’atmosfera che verrà osservata è quella in cui la maggior parte delle emissioni ultraviolette vengono generate. Esse raggiungono anche la Terra, influenzandone anche il clima. Ecco perché il telescopio di IRIS è stato costruito per osservazioni a quel tipo di frequenze elettromagnetiche.

Altri fenomeni solari come le espulsioni di massa coronale e le eruzioni solari sono un altro oggetto di interesse, soprattutto per chi deve costruire navicelle spaziali e satelliti. Infatti, le particelle cariche emesse durante questi fenomeni possono danneggiare circuiti elettronici e strumenti vari, un problema non da poco. Le osservazioni della sonda spaziale IRIS potrebbero aiutarci a capire il ruolo dei flussi magnetici e di materia in questi fenomeni.

È previsto che la missione della sonda spaziale IRIS duri almeno due anni. Sicuramente migliorerà la nostra conoscenza del comportamento del Sole e ciò ci darà la possibilità di prevedere i fenomeni più dannosi, con la possibilità di prendere qualche contromisura per almeno limitare i danni.

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