
Il telescopio spaziale dell’ESA Herschel ha terminato la sua missione alla fine di aprile ma le osservazioni che ha compiuto continuano ad essere una fonte di scoperte. Uno studio del buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea effettuato su osservazioni condotte tra il 2011 e il 2012 ha individuato gas molto più caldi del previsto che potrebbero orbitare attorno ad esso oppure cadere verso di esso.
L’esistenza di un buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea è conosciuta da tempo. Esso si trova a circa 26.000 anni luce dal sistema solare e dalla Terra appare nella regione conosciuta come Sagittarius A* o Sgr A*. La sua massa è circa quattro milioni di volte quella del Sole eppure è difficile studiarlo a causa dell’enorme quantità di polveri presenti tra esso e la Terra, che impediscono di osservare la regione attorno ad esso alla luce visibile.
Gli strumenti PACS (Photodetecting Array Camera and Spectrometer) e SPIRE (Spectral and Photometric Imaging Receiver) del telescopio spaziale Herschel hanno permesso di effettuare osservazioni agli infrarossi. Grazie ad esse è stato possibile vedere oltre le polveri e studiare la regione centrale della Via Lattea in maniera molto dettagliata.
Le analisi spettrometriche compiute usando Herschel hanno permesso di trovare una gran varietà di molecole al centro della Via Lattea tra le quali acqua e monossido di carbonio. La sorpresa maggiore è venuta dalla scoperta che nella regione più interna della galassia il gas può raggiungere la temperatura di 1.000 gradi Celsius. Generalmente, le nubi di gas interstellare hanno una temperatura di poche decine di gradi sopra lo zero assoluto.
Un ammasso stellare vicino al centro della Via Lattea potrebbe essere in parte responsabile di tale riscaldamento ma non certo fino ad temperatura così elevata. Secondo il Dottor Javier Goicoechea del Centro de Astrobiología, in Spagna, le collisioni tra nubi di gas o in materiali che si muovono a velocità elevate da stelle e protostelle possono generare shock termici che possono contribuire al riscaldamento del gas.
Le osservazioni sono coerenti con getti di gas caldi che si muovono verso Sgr A* cadendo verso il buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea. Nell’ultima fase del loro viaggio vengono scaldati notevolmente ed emettono raggi X e raggi gamma. È come se il buco nero si stesse cucinando un pasto a base di gas.
Effettuando osservazioni vicine all’infrarosso, altri astronomi hanno individuato un’altra nube di gas che si sta avvicinando al buco nero supermassiccio in una traiettoria a spirale. Questa nube è più vicina al buco nero dei gas osservati da Herschel e potrebbe essere inghiottita nei prossimi mesi.
Altri telescopi spaziali come il NuSTAR e il Chandra X-ray Observatory della NASA verranno utilizzati per cercare di rilevare i raggi X che verranno emessi quando la prima grossa nube di gas verrà inghiottita. Questi studio del buco nero supermassiccio hanno anche lo scopo di approfondire le nostre conoscenze sull’evoluzione delle galassie, influenzata da questi enormi pozzi gravitazionali al loro centro.
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