La sonda spaziale della NASA Dawn sta permettendo agli scienziati di conoscere sempre meglio l’asteroide gigante Vesta. Poche settimane fa erano state presentate molte informazioni sulla superficie di Vesta e ulteriori analisi fanno pensare più che mai che esso sia non un semplice asteroide ma un vero e proprio protopianeta.
Nel periodo della nascita del sistema solare si formarono probabilmente molti protopianeti dei quali alcuni si unirono in corpi celesti più grandi, alcuni si scontrarono, forse qualcuno finì nel Sole e qualcun altro invece fuori dal sistema solare. Con il passare del tempo, finirono per formarsi i pianeti attuali ma tra Marte e Giove le interferenze gravitazionali del gigante gassoso impedirono la formazione di un ulteriore pianeta dando vita alla cintura di asteroidi.
L’asteroide gigante Vesta può essere considerato una sorta di fossile di quell’epoca caotica. Senza la presenza di Giove, avrebbe potuto continuare ad attirare gli asteroidi più piccoli e forse si sarebbe unito a Cerere, il pianeta nano che costituisce il corpo celeste più grande della cintura di asteroidi.
Vesta è invece ancor oggi talmente piccolo che non è considerato neppure un pianeta nano. Gli ultimi studi potrebbero però far cambiare idea agli scienziati perché gli studi effettuati dalla sonda spaziale Dawn mostrano che Vesta ha caratteristiche tali che potrebbero farne cambiare la classificazione.
Vesta è infatti un corpo celeste con una struttura a strati dotato di un nucleo di ferro. La sua complessità geologica può essere attribuita allo stesso processo che ha portato alla formazione della Terra e della Luna e ha separato il nucleo dal mantello e dalla crosta.
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È possibile che anticamente Vesta avesse uno strato sotterraneo di magma fuso, il che avviene quando un corpo celeste subisce un violento bombardamento da parte di asteroidi e meteoriti.
Rocce provenienti da Vesta sono cadute anche sulla Terra ed è stato possibile identificarle confrontando le caratteristiche dei minerali in esse contenuti con quelle presenti sulla superficie di Vesta, in particolare il pirosseno, un tipo di minerale ricco di ferro e magnesio.
Le ultime analisi hanno anche permesso di studiare meglio il polo sud di Vesta. Gli scienziati ritengono che il bacino chiamato Rheasilvia sia stato creato da un impatto circa un miliardo di anni fa ma vicino ad esso c’è un altro bacino chiamato Veneneia che potrebbe essere stato creato circa due miliardi di anni fa da un impatto precedente.
Riconoscere Vista come protopianeta rende ancor più importante il suo studio perché ci dà un’idea ancor più precisa delle prime fasi di formazione della Terra.
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