
Al 219º meeting dell’American Astronomical Society un gruppo internazionale di ricercatori guidato dal Professor Ludovic Van Waerbeke dell’Università della British Columbia di Vancouver, Canada, ha presentato la mappa della materia oscura sulla più ampia scala mai osservata finora.
Questo progetto si chiama Canada-France-Hawaii Telescope Lensing Survey (CFHTLenS) e utilizza i dati del più ampio progetto Canada-France-Hawaii Telescope Legacy Survey (CFHTLS), raccolti dal Canada–France–Hawaii Telescope del monte Mauna Kea tra il 2003 e il 2009. Le galassie incluse in quest’indagine sono tipicamente distanti circa sei miliardi di anni luce.
La materia oscura è ancora uno dei grandi misteri scientifici odierni perché è invisibile e interagisce debolmente con il resto della materia. Tuttavia a livello cosmico sono stati rilevati effetti gravitazionali tali da convincere gli scienziati che ci devono essere enormi quantità di masse non rilevabili in maniera diretta con gli strumenti finora a nostra disposizione.
Gli scienziati del progetto CFHTLenS hanno mappato la distorsione chiamata lente gravitazionale creata da circa dieci milioni di galassie. Quest’effetto è sempre superiore a quanto ci si aspetterebbe basandosi sulla quantità di massa rilevata dai nostri strumenti. La quantità di materia oscura presente in una galassia viene stimata dalla differenza tra la distorsione che la materia visibile dovrebbe creare e quella effettivamente osservata.
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Il risultato del progetto CFHTLenS mostra un’intricata ragnatela cosmica di materia oscura e galassie. In passato erano state effettuate simulazioni che mostravano una distribuzione della materia oscura in una ragnatela simile a quella effettivamente rilevata, con concentrazioni in zone specifiche e filamenti nel resto dello spazio.
Conoscere la distribuzione della materia oscura è il primo passo per comprenderne la natura ma si tratta di una ricerca che mette assieme l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo. Infatti l’esistenza della materia oscura è stata teorizzata a causa degli effetti distorsivi osservati a livello galattico ma se esiste dev’essere composta di particelle elementari di qualche tipo di cui forse non conosciamo ancora l’esistenza.
Inevitabilmente, questa ricerca si presenta ancora lunga, anche perché collegata al concetto ancor più elusivo di energia oscura. Si stima che la materia oscura costituisca circa l’85% della materia dell’universo ma “solo” il 25% della materia-energia proprio a causa dell’enorme quantità di energia oscura stimata.
Ancora una volta la scienza sperimentale fatica a inseguire quella teorica perché osservazioni e sperimentazioni sono sempre più complesse e il budget a disposizione è quello che è – elevato in termini assoluti ma una piccola frazione di quello militare – tuttavia risolvere questi misteri ci porterebbe ancor più vicini alla conoscenza dei segreti dell’universo.
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