Pace eterna di Joe Haldeman

Pace eterna di Joe Haldeman
Pace eterna di Joe Haldeman

Il romanzo “Pace eterna” (Forever Peace) di Joe Haldeman è stato pubblicato per la prima volta nel 1997. Ha vinto i premi Hugo, Nebula e John W. Campbell. È stato ristampato nel numero 97 del febbraio 2011 della collana “Urania Collezione”.

Nota alle edizioni italiane. “Pace eterna” venne pubblicato per la prima volta nel numero 1336 della collana “Urania” e la traduzione è notoria per la sua approssimazione. La nuova edizione di “Urania collezione” riporta una nuova traduzione: non l’ho letta ma sicuramente è migliore della precedente.

Nel 2043 una serie di guerre mette di fronte un’alleanza di nazioni avanzate contro nazioni del terzo mondo. L’esercito alleato è composto da robot telecomandati da soldati che possono essere anche a migliaia di chilometri di distanza e utilizzano impianti neurali per avere un’esperienza realistica delle battaglie che combattono.

L’alleanza dispone anche della tecnologia delle nanoforge, una forma di nanotecnologia che permette di costruire qualsiasi struttura complessa partendo da elementi base. Questo ha permesso la creazione di uno stato assistenziale in cui la gente comune può ricevere una fornitura di base gratuita di cibo e prodotti di prima necessità.

Julian Class è un fisico ma è anche in servizio di leva e fa parte di un plotone che controlla una fantunità, ovvero un gruppo di robot combattenti. I membri del plotone sono collegati tutti assieme perciò nel corso delle azioni militari si fondono diventando quasi una sola persona ma questo porta anche rischi per la loro salute mentale.

Anche Amanda Harding, la ragazza di Julian, è una scienziata e nel corso dei loro lavori scoprono che un acceleratore di particelle prodotto delle nanoforge può nel caso peggiore dare inizio ad un nuovo Big Bang. Quando tentano di far conoscere i risultati della loro ricerca però qualcuno non solo ne blocca la diffusione ma comincia a dar loro la caccia.

Una speranza giunge da un altro contatto di Julian grazie al quale scopre che la stessa tecnologia neurale che permette ai soldati di collegarsi durante le battaglie può essere usata per aumentare la loro empatia fino al punto da arrivare a rifiutare di uccidere un altro essere umano.

Diverse fazioni all’interno dell’esercito hanno diversi piani per il futuro: l’esito dello scontro tra di esse determinerà il destino dell’intera umanità.

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Joe Haldeman è l’autore del celeberrimo “Guerra eterna”: nel corso degli anni gli è stato proposto molte volte di scriverne un seguito e ha finito per scriverne diversi ma in quel momento aveva preferito scrivere “Pace eterna”, un romanzo che riguarda sempre il tema della violenza e della guerra ma totalmente slegato dal precedente.

Joe Haldeman ha combattuto in Vietnam perciò quando parla di guerra lo fa avendola vista in prima persona. In “Pace eterna” ipotizza i possibili sviluppi socio-politici e tecnologici dei prossimi decenni per descrivere il possibile futuro nella metà del XXI secolo. Mentre in “Guerra eterna” c’è una guerra interstellare in un lontano futuro tra gli esseri umani ed una specie aliena in “Pace eterna” ci sono guerre simili a quelle odierne tra nazioni avanzate e nazioni del terzo mondo.

La parte scientifica del romanzo non è molto sviluppata: Joe Haldeman non è uno scrittore di fantascienza hard, piuttosto è interessato al lato socio-politico delle vicende e alle reazioni dei personaggi alle situazioni in cui si trovano.

Una particolarità di questo romanzo è che in parte è narrato in prima persona dal punto di vista di Julian Class e in parte in terza persona, spesso anche nella descrizione delle azioni dello stesso Julian. Questo ha senso in un romanzo in cui una delle basi è che più persone possono collegarsi tramite i loro impianti neurali per cui il punto di vista di una persona può cambiare.

La prima parte del romanzo è piuttosto lenta nel descrivere la situazione della guerra e i personaggi, la narrazione accelera bruscamente nella seconda parte, forse perfino troppo per cui il finale sembra un po’ affrettato.

Considerando i premi che ha vinto “Pace eterna” questo romanzo mi sembra un po’ sopravvalutato ma complessivamente è di buona qualità e interessante da leggere. Al di là dei possibili sviluppi tecnologici ipotizzati c’è la descrizione di una situazione socio-politica che per vari versi ricorda in maniera inquietante quella attuale.

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